Il docufilm sul cantu a cuncordu lussurgese sbarca a Venezia
“Mantennere”, opera di 52 minuti diretta da Diego Pani che racconta il canto tipico lussurgese, sarà presentata in anteprima assoluta il 5 dicembre al Cultural Flow Zone di Venezia. “Mantènnere” esplora il rapporto tra due generazioni di cantori della Confraternita del Rosario: il Cuncordu ‘e su Rosàriu, che dagli anni ’70 accompagna i rituali della Settimana Santalussurgese, e un gruppo di giovani confratelli, che ne stanno raccogliendo l’eredità nel contesto contemporaneo e che hanno fondato il Cuncordu “Sos Zovanos de Su Rosariu”. Ne fanno parte Tonio Cadau (Bassu), Antonio Meloni (Contra), Nicola Migheli (Oghe), Sergio Scalas (Cuntraltu).

Il film. Il documentario di 52 minuti è stato realizzato grazie alla borsa di studio “Diego Carpitella”, assegnata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Proprio per questo motivo il film verrà presentato durante la rassegna Sguardi Musicali, organizzata annualmente dalla Fondazione. “Manténnere” è prodotto dall’etichetta Talk About Records, e la sua realizzazione è stata supportata dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico.
L’anteprima del documentario del 5 dicembre al centro CFZ di Venezia è inserita in un programma di incontri che si aprirà al mattino con un seminario dedicato all’etnomusicologia dialogica e proseguirà al pomeriggio con una piccola rassegna di film dedicati alla musica della Sardegna. Quindi la proiezione alle 18 del documentario “Manténnere”, seguita da un concerto dei cantori del Cuncordu “Sos Zovanos de Su Rosariu”, protagonisti del film.
Il Cuncordu “Sos Zovanos de Su Rosariu” (I Giovani cantori della Confraternita del Rosario). Rappresenta una delle più recenti formazioni di canto tradizionale a Santu Lussurgiu, in Sardegna. Composto da quattro cantori di età compresa tra i 28 e i 40 anni, il gruppo ha maturato un percorso comune all’interno della Confraternita del Rosario, una delle quattro confraternite del paese, da oltre un decennio. A partire dal 2018, Sos Zovanos hanno iniziato a partecipare attivamente ai riti della Settimana Santa. Cantando accanto ai cantori più anziani della storica formazione de Su Cuncordu ’e su Rosariu, hanno consolidato il loro ruolo nella trasmissione e preservazione di questa pratica musicale tradizionale, raccogliendo simbolicamente il testimone come depositari e interpreti dei canti che sonorizzano i rituali.

Il canto a cuncordu. Termine utilizzato a Santu Lussurgiu e in altre comunità sarde, identifica il canto a quattro voci di tradizione orale. Più che una semplice performance musicale, il canto a cuncordu è principalmente stare insieme, cantare uno di fronte all’altro, una performance collettiva di quattro voci che devono stare vicine, respirare la stessa aria, guardarsi negli occhi. Questa modalità di canto a più voci di tradizione orale trova la sua massima espressione nelle liturgie e paraliturgie della Settimana Santa, officiate dalle quattro confraternite del paese. Una di queste, la Confraternita del Rosario, è incaricata di preparare e di gestire i riti paraliturgici del Giovedì e del Venerdì Santo. Il canto a cuncordu non si limita ai contesti sacri della Settimana Santa. Questa forma musicale è profondamente radicata nella vita comunitaria e culturale di Santu Lussurgiu, trovando espressione anche in occasioni profane. Si canta durante feste locali, e in momenti di socialità e aggregazione. Inoltre, il repertorio include canti di poesia e brani che celebrano l’identità collettiva della comunità, riflettendo le diverse funzioni sociali che il canto a cuncordu svolge all’interno del tessuto culturale sardo.

