Il Gigante Manneddu approda a Barcellona. La cultura nuragica protagonista al Museu d’Arqueologia

Dal cuore della Sardegna alla Catalogna, attraversando secoli di storia e civiltà. È iniziato un nuovo capitolo nel viaggio internazionale dei Giganti di Mont’e Prama: Manneddu, una delle statue più emblematiche del complesso scultoreo nuragico, è stato accolto al Museu d’Arqueologia de Catalunya di Barcellona, dove rimarrà esposto fino al 2 novembre 2025.

La giornata inaugurale, che ha visto una folta partecipazione di pubblico e istituzioni, si è aperta con i saluti del direttore del MAC, Jusèp Boya, seguito dagli interventi del Console Generale d’Italia a Barcellona, Luca Fava, della Direttrice regionale dei Musei della Sardegna, Valentina Uras, e del Presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni.

Un ponte tra Sardegna e Catalogna nel nome dell’archeologia «Barcellona rappresenta una nuova, importante tappa nel percorso di valorizzazione culturale intrapreso dalla Fondazione – ha dichiarato Anthony Muroni –. Con l’esposizione di Manneddu, uno dei simboli più potenti della storia millenaria della Sardegna, vogliamo diffondere la conoscenza del nostro patrimonio e costruire un dialogo interculturale nel Mediterraneo».

L’intervento del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, all’inaugurazione della mostra

La mostra è frutto di una collaborazione istituzionale ampia e solida, che coinvolge la Fondazione Mont’e Prama, il Museu d’Arqueologia de Catalunya, la Regione Autonoma della Sardegna, il Ministero Italiano della Cultura, la Direzione Generale dei Musei della Catalogna, il Consolato Italiano a Barcellona, l’Ambasciata d’Italia a Madrid, l’Istituto Italiano di Cultura e la Direzione Regionale Musei Sardegna. L’organizzazione è curata dalla società Villaggio Globale International.

L’arrivo di Manneddu in Catalogna si inserisce in un più ampio progetto di diplomazia culturale, volto a rafforzare i legami tra Sardegna e penisola iberica attraverso il linguaggio universale dell’archeologia. Un percorso iniziato a Madrid, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno 2024, proseguito poi con la presenza del Gigante al Museo Archeologico Nazionale e al Guggenheim di Bilbao, fino ad arrivare alla fiera Fitur, dove la Sardegna ha avviato nuove collaborazioni per itinerari culturali innovativi.

Un allestimento immersivo e reperti inediti fuori dall’isola.

L’esposizione barcellonese si distingue per la cura dei dettagli e l’uso innovativo della tecnologia. Fotografie, video e apparati multimediali raccontano la civiltà nuragica in maniera accessibile e coinvolgente, proiettando il visitatore nel paesaggio da cui queste sculture sono emerse. Accanto a Manneddu, il MAC ospita 200 reperti, di cui 90 provenienti dai musei sardi, inclusi due esemplari mai usciti prima dall’isola: la Sacerdotessa e la Navicella nuragica del Museo Archeologico di Nuoro. «Il nostro patrimonio è incastonato nella pietra – ha spiegato con orgoglio Valentina Uras – ma vederlo restituito al contesto originario, grazie a un allestimento immersivo, è un’emozione unica. Questa mostra rappresenta un traguardo qualitativo altissimo e una nuova opportunità per far conoscere la nostra identità culturale».

Il Direttore del MAC, Jusèp Boya, ha sottolineato il valore dell’iniziativa: «Accogliere Manneddu significa aprire una finestra sulle culture più affascinanti del Mediterraneo occidentale. La storia della Sardegna si intreccia profondamente con quella della Catalogna, ed è nostro compito costruire un dialogo tra le civiltà che hanno plasmato questo mare condiviso».

Ricerca, intelligenza artificiale e divulgazione scientifica. L’inaugurazione è stata anche l’occasione per una riflessione sul ruolo della ricerca e dell’innovazione tecnologica nella valorizzazione del patrimonio. In occasione della Giornata del Made in Italy e della Ricerca Italiana nel Mondo, si è tenuta la conferenza “Le sfide della ricerca archeologica tra AI e nuove tecnologie”, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura e dal MAC.

«La narrazione credibile del nostro passato – ha evidenziato il presidente Muroni – può nascere solo da una ricerca fondata su solide basi scientifiche. In questo contesto, l’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento potente per amplificare la conoscenza e coinvolgere nuovi pubblici».

Un messaggio per il presente: unire, non dividere.

La presenza dei Giganti all’estero va ben oltre la promozione culturale. È un messaggio di unione in un tempo in cui, come ha sottolineato Muroni, “le reti sembrano servire più a disarcionare i compagni di viaggio che a unire i popoli”. La cultura, invece, può e deve essere terreno comune, linguaggio condiviso, occasione di dialogo tra istituzioni e comunità.«Chi ricopre un ruolo pubblico – ha concluso – ha il dovere di adottare un approccio orientato all’unione. I Giganti non sono soli: portano con sé una Sardegna che dialoga col mondo».

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