Zanzare e salute pubblica. Cabras prende coscienza del problema e guarda ai modelli di Emilia e Piemonte

Un problema sanitario, ambientale ed economico sempre più urgente, che necessita di strategie strutturate e condivise: la lotta alle zanzare nel territorio del Sinis entra nell’agenda politica e tecnica. È questo il messaggio forte emerso dal convegno “Clima, zanzare e salute. Analisi del territorio per una gestione integrata”, che si è svolto venerdì 9 maggio al Centro Polivalente di Cabras su iniziativa del Comune.

Un incontro rivolto a istituzioni, tecnici e operatori del settore sanitario e ambientale, che ha visto la partecipazione di esperti da Sardegna, Emilia-Romagna e Piemonte, chiamati a confrontarsi su uno scenario in continua evoluzione: l’espansione delle zanzare in territori particolarmente esposti come le aree umide del Sinis, e le ricadute che ne derivano in termini di salute pubblica, qualità della vita e attrattività turistica.

Moderato dall’entomologo Claudio Venturelli, il convegno ha offerto un quadro dettagliato delle strategie di successo adottate altrove. L’Emilia-Romagna, come spiegato da Romeo Bellini e Rodolfo Veronesi del Centro Agricoltura e Ambiente “G. Nicoli”, ha avviato già dagli anni 2000 una gestione integrata che privilegia la lotta larvicida su quella adulticida, agendo in modo mirato attraverso la mappatura dei focolai e l’impiego di tecniche biologiche. “Un approccio innovativo – ha sottolineato Veronesi – adottato in territori molto simili al Sinis, che ha permesso di razionalizzare le risorse e ottenere una netta riduzione della presenza di zanzare”.

Dal Piemonte è arrivato il contributo di Paolo Roberto, dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente, che ha illustrato l’evoluzione normativa a partire dalla legge regionale 75 del 1995, fino ai programmi di cofinanziamento in favore di 275 Comuni per azioni mirate, formazione sanitaria e campagne di sensibilizzazione. “È impossibile eliminare le zanzare – ha detto – ma i risultati si ottengono con continuità e coinvolgimento della cittadinanza, soprattutto per le specie come la zanzara tigre che si sviluppano in ambito domestico”.

Dalla Sardegna sono arrivate conferme sulla necessità di costruire ora un modello operativo ispirato alle buone pratiche continentali e il Comune di Cabras ha raccolto la sfida: “Un momento di confronto concreto e operativo – ha affermato il sindaco Andrea Abis – che ci spinge a costruire una rete regionale di conoscenze e buone pratiche, per tutelare la salute pubblica e preservare un ecosistema fragile ma strategico. La proposta è avviare un programma triennale sperimentale che coinvolga il Sinis e le aree umide di Arborea e Marrubiu”.

Il convegno ha registrato anche la partecipazione dell’Assessorato regionale all’Ambiente, rappresentato dal consulente Alberto Plaisant, che ha garantito pieno supporto tecnico e finanziario all’eventuale progetto pilota, con particolare attenzione all’impatto ambientale. Un’apertura condivisa dal consigliere regionale Antonio Solinas, che ha sottolineato la necessità di aggiornare la normativa regionale e coordinare gli enti locali, e da Battistino Ghisu, commissario della Provincia di Oristano: “Serve un progetto subito operativo per sperimentare tecniche sostenibili, combattere le specie migratorie e superare le carenze comunicative”.

Hanno partecipato ai lavori anche i Sindaci Alberto Pippia (Baratili San Pietro), Lorenzo Pinna (Riola Sardo), Luca Corrias (Marrubiu), il vicesindaco di Arborea Davide Rullo, e il direttore dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna Sandro Rolesu, che ha richiamato all’importanza di un approccio unitario ispirato al principio sanitario della one health, in cui uomo, ambiente e animali sono strettamente interconnessi. La consapevolezza c’è. Ora, come hanno sottolineato molti dei relatori, serve il coraggio politico e operativo di trasformarla in azione.

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