Oristano rivuole la Reggia. Istanza alla Regione

La mobilitazione per la tutela e la restituzione dell’ex Reggia giudicale di Oristano si fa istituzionale. Le associazioni Oristano Nascosta e Lucio Abis hanno presentato un’istanza formale alla Regione Sardegna per rivendicare il diritto degli oristanesi e di tutto il popolo sardo a riappropriarsi di un bene storico-identitario oggi al centro di un contestato concorso di idee promosso dall’Agenzia del Demanio e dalla Prefettura. In caso di mancata risposta da parte della Regione, è già pronto il ricorso al Presidente della Repubblica. I temi sono stati trattati durante un incontro che si è tenuto in piazza Manno, proprio di fronte alla Reggia Giudicale.

L’ex Reggia, sede del potere giudicale arborense, è un simbolo dell’identità di Oristano e della Sardegna. “Un bene dismesso dallo Stato – ha affermato in apertura del dibattito il presidente di Oristano Nascosta, Marco Piras – che deve tornare alla Regione, per essere affidato al Comune e restituito alla collettività. Oggi assistiamo a un tentativo di riappropriazione da parte dello Stato attraverso un concorso di idee promosso dal Demanio e dalla Prefettura, ma questo è un esproprio dei diritti dei sardi. La nostra è una battaglia per la restituzione alla città e a tutta l’Isola di un bene che le appartiene”.

Al centro della contestazione, infatti, c’è la violazione dell’articolo 14 dello Statuto speciale della Sardegna, che prevede espressamente il trasferimento dei beni dismessi dallo Stato al patrimonio della Regione.

Alcuni cittadini presenti al dibattito, tra cui il presidente della Commissione Bilancio, Alessandro Solinas

Lo ha ricordato con forza Gianvalerio Sanna, ex assessore regionale e tra i promotori dell’istanza: “I nostri diritti sono scritti nello Statuto speciale, che è una legge costituzionale. L’articolo 14 è chiarissimo: quando lo Stato dismette un bene, questo passa al patrimonio regionale. Il 20 giugno abbiamo inviato una PEC al presidente della Regione Alessandra Todde, al segretario generale, all’assessore agli enti locali, alla Procura e agli altri organi competenti per segnalare la violazione statutaria”.

Un passaggio decisivo, secondo Sanna, che ha denunciato anche l’atteggiamento “intollerabile” dell’Agenzia del Demanio: “Decide in modo autonomo, ignorando la cornice normativa. Nel 2013 e nel 2016, due diversi assessorati regionali, ciascuno per le proprie competenze, inviarono lettere formali per chiedere la destinazione dell’ex Reggia giudicale alla Regione. Chiediamo ora l’annullamento della determina dell’Agenzia del Demanio, che rappresenta un atto illegittimo. La Presidente Todde ha tutti gli strumenti per far valere le prerogative della Sardegna e deve alzare la voce. L’obiettivo dello Stato è solo quello di abbattere le locazioni passive, ma noi non possiamo pagare questo prezzo. Se non arriverà una risposta, andremo fino in fondo e presenteremo ricorso al Presidente della Repubblica”.

I promotori dell’incontro

Un appello condiviso da Pietro Arca, ex Sindaco di Oristano e presidente dell’associazione Lucio Abis, che ha richiamato la centralità dell’ex Reggia per l’identità della città: “È un bene da recuperare e valorizzare. È il cuore di Oristano. Lo Statuto comunale la riconosce come patrimonio della Sardegna. Già nel 2001 sette città regie sarde – tra cui Oristano – sottoscrissero un accordo di programma per la riqualificazione dei centri storici, indicando l’ex Reggia come bene strategico. Ora abbiamo l’opportunità di accedere a fondi comunitari e ai fondi di coesione. Dobbiamo imparare da città come Bologna o Berlino, che hanno rigenerato i loro centri partendo dai monumenti identitari. Serve un risveglio collettivo della comunità”.

A preoccupare è anche il metodo adottato per il riutilizzo del bene. Lo ha denunciato Guido Tendas, anche lui ex Sindaco di Oristano, ricordando un episodio analogo avvenuto nel 2015: “Oggi siamo qui dopo che mesi fa il Prefetto e la direttrice del Demanio hanno annunciato l’intenzione di insediare la Prefettura all’interno della Reggia giudicale. Questo nonostante una delibera del consiglio comunale di Oristano che escludeva espressamente tale destinazione d’uso. È grave che il Comune non sia stato coinvolto: è una mancanza di rispetto istituzionale. Quando ero Sindaco, lo stesso tentativo fu fatto nel 2015. Insieme all’assessore regionale Cristiano Erriu, fummo convocati per affrontare il tema. Io dissi che non potevo accettarlo. La Reggia è il nostro Colosseo. In seguito, come Comune, proponemmo di contribuire alla realizzazione di una nuova palazzina tra via Lussu e via Rockefeller per ospitare gli uffici dello Stato. Alla fine, grazie alla nostra determinazione, tutto si fermò. Ora bisogna fare altrettanto. Ci sono altri edifici idonei per la Prefettura. Questo è un bene della città, e nessuno può decidere cosa farne senza coinvolgerla”.

Presente all’incontro anche Alessandro Solinas, presidente della Commissione Bilancio del consiglio regionale, che ha illustrato le iniziative già avviate in seno all’assemblea sarda: “Come commissione abbiamo avviato un percorso di consapevolezza e di approfondimento sulle nostre prerogative. L’assessore agli Enti Locali, Francesco Spanedda, ha già espresso una posizione forte, che ha consentito alla Regione di tutelare cinque grandi beni. Ora serve che anche il Comune di Oristano si faccia parte attiva. Stiamo predisponendo un atto di indirizzo alla Giunta su come far valere i diritti previsti dall’articolo 14. Lo Statuto ci dà strumenti chiari: è il momento di usarli”.

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