Oristano punta a diventare la “Città della Vernaccia”

Oristano vuole diventare, in modo ufficiale e strutturato, la “Città della Vernaccia”. È questo il messaggio forte emerso alla Cantina del Rimedio, durante il secondo appuntamento del ciclo di incontri dedicato al settore vitivinicolo promosso da Coldiretti Oristano, in collaborazione con il Consorzio di tutela e valorizzazione della Vernaccia DOC di Oristano e con l’amministrazione comunale.

L’evento, che ha visto gli onori di casa del presidente della Cantina del Rimedio Francesco Simbula, ha richiamato produttori, istituzioni e operatori dell’agroalimentare, tutti concordi su un punto: la Vernaccia rappresenta un unicum identitario, un patrimonio agricolo e culturale che merita una strategia più forte e condivisa.

Il convegno nella sede della Cantina del Rimedio

Serve un dialogo costante con il Comune. Il Consorzio della Vernaccia, nato appena due anni fa, ha ribadito la necessità di un confronto stabile con il Comune di Oristano. Perché per diventare davvero “Città della Vernaccia” – è stato sottolineato – serve un progetto che coinvolga urbanistica, cultura, turismo ed economia locale. Non si tratta, cioè, solo di promozione, ma di un vero ripensamento del prodotto come eccellenza dell’agroalimentare oristanese, da inserire in un percorso istituzionale più ampio.

Il direttore del Consorzio Vernaccia, Aldo Buiani, sul dialogo col Comune e sulle regole per il consumo di Vernaccia alla Sartiglia

Sartiglia: una grande vetrina, ma servono regole. Durante l’incontro è emerso un altro punto fondamentale: la Vernaccia è uno dei vini più consumati durante la Sartiglia, ma non sempre ciò che finisce nei calici è Vernaccia DOC. Da qui l’appello del comparto: ristabilire regole chiare e fare in modo che la festa più identitaria di Oristano diventi anche la vetrina più coerente del suo prodotto più rappresentativo. Una sfida che passa dal controllo ma anche dalla consapevolezza dei consumatori.

Aldo Buiani sul dialogo coi ristoratori e nuove idee per il consumo della Vernaccia

Ristoratori, abbinamenti e nuova fruizione. Altro fronte decisivo riguarda il dialogo con i ristoratori. L’obiettivo è fare della Vernaccia una presenza stabile nelle carte dei vini, non relegata alle occasioni speciali. E gli esempi non mancano: dagli abbinamenti tradizionali con il mostacciolo, fino alle proposte più moderne che guardano ai giovani, come l’aperitivo “bicicletta”, una miscela fresca e leggera che sta trovando nuovo pubblico.

Storia, enoturismo e progettualità. Durante il convegno sono intervenuti Alessandro Usai, della Soprintendenza, che ha ripercorso la storia della coltura della vite nel territorio, ribadendo la profondità delle radici culturali della Vernaccia; Mauro Contini, presidente del Consorzio, che ha illustrato le opportunità legate all’enoturismo e alla narrazione del territorio; Giovanni Sechi, coordinatore regionale dell’Associazione Nazionale Città del Vino, che ha presentato le progettualità per rafforzare l’immagine di Oristano come capitale della Vernaccia.

Il presidente di Coldiretti Oristano, Paolo Corrias, sulle possibilità di export della Vernaccia

Coldiretti punta anche all’export. In chiusura, il presidente di Coldiretti Oristano, Paolo Corrias, ha lanciato una visione ambiziosa: trasformare la Vernaccia non solo in un prodotto simbolo del territorio, ma anche in una leva economica per l’export. Una sfida che richiede organizzazione, etichettatura rigorosa, strategie comuni e la capacità di raccontare al mondo un vino antico, complesso e irripetibile fuori dal suo areale naturale.

L’incontro, moderato dall’enologo e direttore del Consorzio Aldo Buiani, si è concluso con un aperitivo a base di Vernaccia DOC.

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