
A Neoneli arriva Irvine Welsh. Il genio di Trainspotting protagonista al Festival Licanìas
Domani (sabato 21 giugno) a Neoneli è il grande giorno di Irvine Welsh, lo scrittore scozzese passato alla storia per “Trainspotting”, il libro che negli anni ’90 ha segnato un’epoca, spalancando l’abisso della dipendenza da eroina con una potenza e freschezza narrativa capaci di lasciare il segno. Tra gli ospiti della terza giornata del festival Licanìas, promosso dal Comune di Neoneli per la direzione artistica dello scrittore Giuseppe Culicchia, anche Sabina Guzzanti, Vanessa Roghi, Romana Petri, Domenico Quirico, Ilaria Cazziol e WhiteFang.
In una giornata ricchissima di incontri si comincia al mattino, alle 11 nei locali di Casa Cultura, con Romana Petri e il suo romanzo “La ragazza di Savannah”, pubblicato lo scorso febbraio da Mondadori: una storia dedicata alla vita della scrittrice americana Flannery O’Connor, una delle voci più intense del Novecento, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. In conversazione con Giuseppe Manias, direttore scientifico della Biblioteca Gramsciana di Villa Verde, un ritratto vivido e appassionato di una donna indomabile, ossessionata dalla frase perfetta e dalla ricerca di un senso nella vita, esplora la sua esistenza segnata dalla malattia, dalla solitudine e dalla fede religiosa, il suo rapporto con la scrittura come una missione quasi divina. L’incontro sarà accessibile anche alle persone non udenti grazie al servizio di interpretariato LIS/ita a cura di Giulia Petretto e Maria Paola Casula.
Sono invece quattro gli appuntamenti pomeridiani, a partire da quello delle 16, a Casa Cultura, con la storica e ricercatrice indipendente Vanessa Roghi, inserito nello spazio Licanìas Bimbi e Ragazzi. In conversazione con Davide Meloni, cofondatore dell’associazione culturale Lughené, Roghi porterà il suo “Le parole per parlare” (Einaudi), una riflessione sul linguaggio e sull’utilizzo, a volte inconsapevole, che ne facciamo. Un libro che analizza il significato delle parole: una parola è mai “solo una parola” o ha un suo peso e può anche essere usata per ferire?
Si prosegue alle 17 a Casa Cultura per ascoltare in collegamento video (e non in presenza, come inizialmente annunciato) Domenico Quirico, storico inviato di guerra dai fronti più pericolosi. Nel suo “Kalashnikov. Dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele” (BUR 2025), il giornalista astigiano guida il lettore nel cuore nero della violenza e mostra perché, ancora oggi, il kalashnikov continua a essere l’arma più letale, capace di distinguere chi ha il potere da chi non ce l’ha. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il Cabudanne de sos Poetas, moderato dal direttore artistico del festival seneghese Luca Manunza, e si avvarrà del servizio di interpretariato LIS (Lingua Italiana dei Segni) a cura di Giulia Petretto e Maria Paola Casula. Di Domenico Quirico è uscito ad aprile per Rizzoli “Le quattro jihad. Lo scontro tra Islam e Occidente da Napoleone a Hamas”, dove l’autore, con uno stile avvincente e rigoroso, guida il lettore nel cuore dell’estremismo, e insieme smonta la retorica semplicistica che divide il mondo in buoni e cattivi.

Alle 18, a Casa Cherchi, l’attesissimo incontro con Irvine Welsh. Autore di sedici romanzi e quattro raccolte di racconti (oltre a numerose sceneggiature per film, serie TV e opere teatrali), balzato alla ribalta mondiale con il suo primo libro, “Trainspotting” (oltre un milione di copie vendute solo nel Regno Unito, e adattato in un film che ha segnato un’epoca), lo scrittore scozzese, classe 1958, presenta a Neoneli “Resolution”: pubblicato l’anno scorso in Italia da Guanda, il romanzo segna il ritorno di Ray Lennox, ex detective già protagonista dei precedenti “Crime” e “I lunghi coltelli”, “uno dei personaggi più enigmatici e intriganti di Welsh, destinato a durare nel tempo”, secondo il giornale domenicale Scotland on Sunday. Mescolando thriller, noir e critica sociale, il libro è caratterizzato da una narrazione intensa e destabilizzante, tipica dello stile del suo autore. A dialogare con Irvine Welsh, sarà Massimo Bocchiola, traduttore dall’inglese di letteratura in prosa e in versi, e autore di tre libri di poesia, che ha curato la traduzione di “Resolution”.
Ultimo incontro del pomeriggio, alle 19 a Casa Cherchi e in collaborazione con il festival Once Upon a Place, quello con Ilaria Cazziol, content writer e co-fondatrice del progetto Viaggiosoloandata.it, una nomade digitale e appassionata di stili di vita alternativi, argomenti che tratta anche come autrice per diverse testate online. Dal 2017 ha abbandonato la routine d’ufficio per intraprendere un’esistenza più libera, viaggiando a lungo termine in giro per il mondo. A Neoneli, in dialogo con Alessandro Spedicati, musicista ed esperto di marketing e comunicazione, Ilaria Cazziol presenterà il suo libro “Destinazione viaggio. Per cambiare vita e trovare sé stessi”, edito da Rizzoli nel 2024: una guida pratica e ispirazionale per chi sogna di cambiare vita e partire per un viaggio senza ritorno. Basato sulla sua esperienza personale, il libro spiega come prepararsi alla partenza, come gestire le finanze e come lavorare da nomadi digitali, mostrando come il viaggio possa diventare uno strumento di trasformazione personale. Un invito a uscire dalla propria zona di comfort e a scoprire nuove possibilità di vita attraverso il minimalismo, la libertà e la scoperta di sé.

Come ogni sera Licanìas accende i riflettori su piazza Barigadu per la parte più strettamente performativa del festival. Alle 22 spazio a Sabina Guzzanti, in scena con “Liberidì Liberidà”, un monologo strutturato come una sorta di stand-up comedy in cui la popolare attrice romana affronta il tema della libertà in un’epoca di cambiamenti e incertezze. Con la sua ironia tagliente e la sua critica sociale, Sabina Guzzanti analizza il nostro travagliato presente con il suo stile inconfondibile, mescola politica, lavoro e tecnologia invitando il pubblico a riflettere su cosa significhi essere veramente liberi.
Chiusura in musica poi, intorno alla mezzanotte, con WhiteFang, progetto ideato da Luca Cadeddu Palmas che fonde le sonorità intense del post-rock con l’eclettismo del “world folk”. Un viaggio sonoro che alterna momenti di tranquilla riflessione a esplosioni dinamiche per esplorare la dualità dell’animo umano e temi come la solitudine, la crescita personale, la ricerca di sé, la speranza. Insieme a Luca Cadeddu, chitarra e voce, saliranno sul palco Fabio Bruno al basso e Alessandro Di Felice alla batteria.
Licanìas si chiuderà domenica 22 giugno con un’ultima giornata ugualmente intensa: protagonisti, tra gli altri, Paolo Flores d’Arcais, Beniamino Zuncheddu e Dario Voltolini.
Nelle giornate del festival è possibile visitare la mostra Madame Bovary c’est moi! Liberi dalla censura, collettiva curata da Anna Rita Punzo con opere di Alice Asinari, Zuanna Maria Boscani, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Gigliola Lai, Daniela e Francesca Manca, Sabrina Oppo e Gloria Musa, Egle Picozzi, Laura Saddi, Valeria Vavoom, Pietro Sedda e Antonella Spanu.
Tutti gli appuntamenti letterari si possono seguire in streaming sul canale YouTube del festival: https://www.youtube.com/@licaniasfestival7554.