Arcidiocesi di Oristano. Al via la visita pastorale dell’Arcivescovo Roberto: “Oggi devo fermarmi a casa tua”
Si aprirà ufficialmente domani, domenica 23 novembre 2025, solennità di Cristo Re, la Visita pastorale che l’Arcivescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni, guiderà in tutto il territorio arborense per il triennio 2025-2028. Un percorso atteso, annunciato già nel Giovedì Santo durante la Messa Crismale e poi illustrato nella Lettera alla Comunità in occasione della festa di Nostra Signora del Rimedio, patrona dell’Arcidiocesi.
Il cammino si avvierà alle 17 in Cattedrale, con la Messa presieduta dall’Arcivescovo, invito rivolto all’intero popolo di Dio che abita l’Arcidiocesi di Oristano. Poi, dopo questa apertura solenne, prenderà forma il viaggio comunità per comunità.
La Visita entrerà nel vivo l’11 gennaio 2026, festa del Battesimo di Gesù, con la prima tappa nella comunità di Cabras. Da allora, senza interruzioni, mons. Carboni raggiungerà una per una tutte le 85 parrocchie della diocesi, dedicando mediamente una settimana a ciascuna. Sarà un percorso capillare, fatto di ascolto, incontro, prossimità e confronto con le comunità parrocchiali nel loro vissuto quotidiano.
A preparare il terreno saranno i Convisitatori, già al lavoro in queste settimane: mons. Roberto Caria (Vicario generale), mons. Antonino Zedda (Cancelliere arcivescovile), mons. Alessandro Floris (economo diocesano), mons. Omar Orrù (direttore dell’Ufficio liturgico) e don Marco Ruggiu, segretario della Visita pastorale. A loro gli aspetti formali, canonici, amministrativi e liturgici, così da permettere all’Arcivescovo di dedicarsi pienamente al cuore della Visita: l’incontro con le persone.
L’ultima Visita pastorale risale al triennio 2008-2011, guidata allora da mons. Ignazio Sanna.
Le parole dell’Arcivescovo Roberto.
“Sin da quando Papa Francesco mi ha chiesto di servire l’Arcidiocesi di Oristano – afferma mons. Carboni – ho desiderato poter incontrare tutte le comunità. L’ho fatto in parte nelle Confermazioni, nelle feste patronali e negli appuntamenti formativi, ma mancava un tempo più disteso di ascolto e conoscenza reciproca”.
La Visita pastorale sarà dunque un’occasione per “stare con i parroci e con chi abita le comunità, ascoltare il loro vissuto quotidiano, con le sue gioie e fatiche, speranze e problemi; conoscere il tanto bene che si fa nelle parrocchie e la ricca umanità delle nostre famiglie”. Un tempo, sottolinea, per incoraggiare e sostenere il cammino cristiano con fedeltà ed entusiasmo.
Per l’Arcivescovo, la Visita è uno dei compiti più importanti del Vescovo, non solo per gli adempimenti canonici, ma per la dimensione fraterna che porta con sé: “Da questa Visita nessuno è escluso. Il Signore ci vuole incontrare tutti. Desidero ripetere a ciascuno l’invito rivolto da Gesù a Zaccheo: “Oggi devo fermarmi a casa tua”. Gesù desidera un incontro personale, e attraverso me Vescovo vuole offrire una parola di accoglienza, perdono, misericordia e incoraggiamento”.
Al centro ci sarà la necessità di riscoprire la centralità di Cristo, rafforzare l’appartenenza alla comunità diocesana e favorire la collaborazione tra parrocchie: “La Visita sarà occasione per uscire dai nostri piccoli orizzonti e sentirci parte della Chiesa diocesana e universale”.
Il programma prevede incontri con parroci, parrocchiani, giovani, bambini, famiglie, malati, collaboratori pastorali, comunità religiose, movimenti, associazioni, autorità civili e militari. E non mancherà spazio per colloqui personali. L’attenzione è rivolta anche a chi non condivide la fede o appartiene ad altre confessioni o religioni.
“Chiediamo la grazia perché porti frutto”. L’Arcivescovo invita tutte le comunità alla preghiera: “L’efficacia della Visita è dono della Grazia di Dio. Preghiamo perché questo cammino non sia un atto formale, ma un evento di fraternità, accoglienza, ascolto e rinnovato impegno”.
Un percorso che coinvolgerà tutti: bambini, giovani, adulti, anziani, famiglie e malati. “Lo Spirito Santo ci guidi – conclude mons. Carboni – perché incontri, celebrazioni e ascolto portino frutti di bene per tutta la nostra Chiesa arborense”.

