BikeOr. L’attività sacrificata dal Comune di Oristano, in nome della circonvallazione ovest
Il Comune di Oristano, quello dello skatepark, della settimana ciclistica, dei primi posti in Italia per essere a misura di giovane, condanna un’azienda innovativa e in continua crescita come BikeOr. Nel 2013 ha aperto i battenti come noleggio biciclette e oggi è particolarmente conosciuta in provincia e sopratutto dai turisti, che apprezzano il servizio. BikeOr oggi è anche una brillante associazione sportiva ciclistica, con una squadra di 25 atleti. Dopo 8 anni di attività in quel di Sa Rodia, però, a due passi dal vecchio palazzetto, il titolare Roberto Pigato si è visto imporre lo sfratto. Perché? Risposta spiazzante dagli uffici comunali: “Dove si trova la sua azienda, dovrà passare la circonvallazione ovest di Oristano”.

Il Comune ha proposto a Roberto il trasferimento nei pressi della piscina, a poche decine di metri da dove si trova ora. Il problema sono prima di tutto i costi: servono 70 mila euro per trasportare il fabbricato e fare gli allacci nuovi. “Tutto a sue spese” gli ha detto l’amministrazione, che al massimo sarebbe disposta ad aprire il varco di ingresso su Viale Repubblica, dove oggi c’è la recinzione. Lui non ci sta, anche perché, per sobbarcarsi quei costi, dovrebbe almeno crescere come tipologia di attività. Per esempio, non limitarsi al noleggio come fa oggi, ma iniziare a vendere bici e ripararle. Anche questo è impossibile, perché il Comune non vuole trasformare l’area, dove dovrebbe trasferirsi, da zona servizi a zona commerciale, con un semplice cambio di destinazione d’uso di un terreno qualsiasi.

Ma il “De profundis” a BikeOr risulta particolarmente sgradito, anche ripercorrendo le tappe della sua nascita. Quando Roberto Pigato presentò il progetto, finanziato dallo stesso Comune col bando “Fai un’impresa”, la sede che veniva ipotizzata non era quella attuale. Era spostata di circa 30 metri verso la piscina, ma, udite udite, fu l’allora dirigente ai lavori pubblici a imporre l’alt, per dare precedenza al campetto da basket che oggi sorge fuori dal palazzetto. Roberto accettò di buon grado, non conoscendo ovviamente il progetto della circonvallazione. Tirò su l’attività nel segno della green economy, visto che il fabbricato è interamente costruito in legno, per non impattare negativamente sulla zona sportiva. Sacrifici economici, poi giustificati dal meritato successo. Che oggi si vuol rendere vano. Il Comune aveva rilasciato una concessione di nove anni, che scade nel Febbraio 2022. Male che vada, BikeOr rimarrà li fino a quella data. Ma le barricate son pronte, a suon di carte bollate che finiranno in Procura.