Falco pescatore. Censimento svela che l’oristanese è il territorio prediletto per lo svernamento

Si è svolto lo scorso fine settimana il censimento del Falco pescatore svernante in Sardegna, coordinato dal Gruppo sardo di ricerca sul Falco pescatore e dalla LIPU. La novità di quest’anno è stata la contemporaneità su scala internazionale, infatti nel medesimo arco di tempo sono stati censiti i Falchi pescatori svernanti della penisola Iberica
e della Corsica, dove è in atto una collaborazione per la conservazione di questa specie.
In Sardegna sono stati ben 66 i partecipanti al censimento, tra appassionati birdwatchers, ornitologi e fotografi appartenenti ad associazioni, ma anche liberi professionisti, operatori della Agenzia Forestas e della Direzione Generale della protezione civile regione. Volontari muniti distrumenti ottici come binocoli, cannocchiali e teleobiettivi, in maniera sistematica hanno annotato tutte le osservazioni su apposite schede di rilevamento. Le attività sono state anche supportate dall’Area Marina Protetta del Sinis e dal Parco Nazionale dell’Asinara.

“In picchiata sulla preda”. Splendido scatto di Alberto Cherchi


L’analisi dei dati così raccolti ha potuto determinare che i Falchi pescatori svernanti in Sardegna sono almeno 45, record per gli ultimi 5 anni, confermando una tendenza positiva emersa anche per la penisola Iberica, probabilmente da mettere in relazione con i cambiamenti climatici.
Questo censimento ha confe”rmato come le zone umide dell’Oristanese rappresentino, per questa specie, l’area di svernamento più importante nel bacino del Mediterraneo. Lo stagno di Mistras registra la massima concentrazione di individui grazie a particolari caratteristiche legate alla pescosità, profondità e trasparenza delle acque.
Grazie all’analisi delle letture degli anelli, di cui alcuni esemplari fra quelli censiti sono muniti, si è potuto determinare come diversi falchi provengano dall’Europa centrale e settentrionale e condividano così le aree di svernamento con
quelli che si riproducono lungo le coste del Mediterraneo.
La Sardegna ha quindi un ruolo rilevante nella conservazione di questa specie, non solo come importante area di svernamento ma anche come luogo di sosta durante la migrazione che porterà poi molti esemplari a trascorrere
l’inverno o a spostarsi nelle zone umide dell’Africa occidentale. Inoltre, dal 2020 una coppia ha scelto le falesie della Sardegna per fare il nido; era dalla fine degli anni sessanta che non si schiudevano uova di Falco pescatore nella nostra isola, ad oggi ben cinque i piccoli si sono involati con successo.

Un bellissimo esemplare con la preda appena pescata. Immagine da gruppo Fb del Gruppo di ricerca sul falco pescatore


Il Falco pescatore in Italia è incluso nella Lista Rossa, classificato come a Rischio Critico: è pertanto necessario e urgente che quanto prima si possa costituire un tavolo tecnico per definire un Piano d’Azione perla sua conservazione. È questo l’obiettivo prioritario del Gruppo sardo di ricerca sul Falco pescatore.
Proprio per la rarità della specie, si consiglia a tutti coloro che vorranno osservare gli spettacolari tuffi con cui abilmente
cattura i pesci, di mantenere la massima discrezione e una adeguata distanza per evitare ogni disturbo a questo fantastico rapace.

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