“Bambini dimenticati”. L’urlo dei passeggini vuoti parte da Baratili

Dopo la manifestazione di stamattina dei “passeggini vuoti”, arriva un documento di protesta dai toni durissimi, elaborato dal gruppo di genitori che ha guidato la mobilitazione. Un testo definito dagli stessi promotori “forte, necessario e non più rinviabile”, presentato oggi ai Sindaci dei 24 Comuni rimasti senza pediatra.

La protesta, che questa mattina e’ andata in scena a Baratili San Pietro con decine di genitori e una lunga fila di passeggini vuoti, rappresenta ormai il simbolo di un territorio allo stremo. Un territorio lasciato solo dal 26 settembre, quando la pediatra che prestava servizio in questo ambito, è andata via. Più di 800 bambini, da quel giorno, non hanno un medico di riferimento.

L’immagine dei carrozzini lasciati senza bambini – spiegano gli organizzatori – non è un espediente scenografico, ma “la fotografia brutale di ciò che siamo diventati: un distretto dove senza cura non c’è infanzia e senza pediatra non c’è futuro”.

Nel documento, il gruppo sottolinea come “ventiquattro Comuni dell’oristanese siano di fatto lasciati allo sbando, costringendo le famiglie a rivolgersi al Pronto Soccorso per ogni necessità pediatrica, trasformando l’ospedale in un ambulatorio di base”.

La critica più dura riguarda la recente assegnazione di una pediatra soltanto all’Ambito 1: “Una scelta moralmente inaccettabile, perché crea figli di serie A e figli di serie B, aumentando la frattura interna al distretto”.

I motivi della protesta nell’intervista ad Alessio Fanari, portavoce del gruppo “Passeggini vuoti”.

Da qui, la richiesta di una presa di posizione immediata dei Sindaci, indicati come “autorità sanitaria locale con poteri reali, troppo a lungo rimasti chiusi nei cassetti”.

Il testo non risparmia accuse e denuncia la mancanza di programmazione, l’assenza di progetti PNRR sull’assistenza territoriale e l’immobilismo sulle soluzioni già adottate altrove, come il richiamo dei pediatri in pensione o l’impiego di infermieri pediatrici specializzati. “Le famiglie più fragili – si legge – sono ormai costrette a chiedere consigli sanitari al vicino di casa. Un paradosso, se non fosse tragico”.

Il documento chiede all’unanimità atti ufficiali, immediati e vincolanti. Ogni giunta comunale, sostengono i genitori, “deve inviare al Prefetto e alla Regione una relazione formale sui rischi e sui disagi, assumendosi responsabilità politiche e amministrative. E la Conferenza dei Sindaci deve smuovere ciò che finora è rimasto immobile”.

Nelle righe finali, il tono diventa ancora più netto: “Se non si agirà subito, la responsabilità dell’emergenza cadrà su tutti. E noi continueremo a portare i passeggini vuoti in strada, finché non verrà riconosciuto ciò che è ovvio: la salute non è un favore. È un obbligo costituzionale”.

La mobilitazione, assicurano gli organizzatori, non si fermerà: “Non escludiamo alcuna escalation. La pazienza delle famiglie si è esaurita”.

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