“Buone soste”. Nasce la rete sarda dei ristoranti sostenibili. Chi sono gli oristanesi

Il 16 e 17 giugno, nella Laguna di Nora, è stata posta la prima pietra per la costruzione di una rete locale di ristoranti etici.
L’evento, promosso e finanziato dal Flag Pescando nell’ambito della Misura 3.A.2
“Rispettando”, ha visto la partecipazione di un primo nucleo di dieci ristoratori, che si sono confrontati per scrivere una comune carta di qualità per una ristorazione sostenibile, un importante decalogo di principi che orienterà l’attività della costituenda rete di aziende.
Gli imprenditori sono stati guidati da Silvia Mongili, Giampaolo Meloni e Sergio Cossu, esperti facilitatori della società “La Factoria”, con la collaborazione del gruppo tecnico del Flag Pescando che, attraverso l’utilizzo di metodologie di gestione di gruppo particolarmente coinvolgenti, hanno aiutato i dieci ristoratori a stabilire in autonomia i contenuti della Carta di Qualità, elaborare una visione comune e sintetizzare i principi cardine della missione collettiva della Rete “Buone Soste”.

Un momento dell’incontro di Nora


È questo il nome scelto per identificare l’aggregazione, che ora firmerà un protocollo di intesa che regolerà la collaborazione sinergica fra i primi pionieri che hanno aderito all’iniziativa: il ristorante “Il Gallo Bianco” e la “Trattoria Margherita” di Arborea; i ristoranti “Cibò Qibò” e “Da Lucio” di Terralba e Marceddì; il ristorante “Leopardi” e il “Ristobar Tharros” di Cabras; i ristoranti “Ta Matete” e “Mistral 2” di Oristano e il ristorante “Il Rifugio del Pescatore” di Marrubiu.
Il gruppo ha espresso la volontà di voler scommettere in un impegno comune, teso ad ampliare il ruolo del ristoratore: da artista della cucina a promotore culturale del territorio e delle sue eccellenze, attraverso l’uso delle migliori materie prime provenienti dal territorio, capaci di
raccontare l’identità stessa della terra e delle comunità che le producono.
Ma questa tendenza, che per fortuna si sta affermando sempre di più, è stata arricchita
dall’ulteriore sfida di voler essere, in particolare, “operatori culturali promotori della sostenibilità”; impegno che nell’immediato comporta l’assunzione di quel rischio che ogni pioniere deve correre: riuscire attraverso le sue scelte innovative, a cambiare qualcosa nella società, coinvolgendola nell’intento comune di assumersi ciascuno la responsabilità anche delle proprie scelte.

Decidere, per esempio, di non servire più una spaghettata ai ricci o di rinunciare a
soddisfare abitudini consolidate e poco sostenibili potrebbe non essere compreso ed
apprezzato da tutti.
Per prima cosa un ristorante etico del percorso “Buone Soste” sarà “plastic free”, si
impegnerà ad ottimizzare l’uso della risorsa acqua, a sprecare il meno possibile e a ridurre la produzione di rifiuti.
Nell’ambito specifico della cucina di mare, si impegna a seguire sempre di più il decalogo
già promosso dal Flag Pescando attraverso la campagna “Informando” e i consigli del
pescatore Raffaele: acquistare specie ittiche pescate nel rispetto della stagionalità della
pesca, possibilmente locali, non servire specie protette, sottotaglia o catturate illegalmente in periodo di fermo biologico.
Le misure del piano d’azione del Flag promuovono azioni che cercano di integrare e rafforzare iniziative che coinvolgono diverse categorie sociali ed economiche nello sforzo di rendere le nostre coste e l’economia di mare sempre meno impattanti, coinvolgendo i pescatori, i ristoratori, gli operatori turistici, i turisti e la cittadinanza stessa in un cammino di presa di coscienza ed impegno personale che coinvolga tutti: chi produce, chi offre, chi
consuma.
Per questo motivo la struttura scelta per accogliere la prima posa delle fondamenta della Rete “Buone Soste”, l’ittiturismo “Is Fradis Minoris” di Nora, è stato poi molto più che un semplice contenitore dell’evento mostrando bensì, concretamente e ai massimi livelli, cosa significhi essere un “ristorante etico” e, nel contempo, “un’impresa di pesca sostenibile e
multifunzionale” e dimostrando così che essere pionieri e andare controcorrente,
investendo in sostenibilità e visione, richiede impegno ma poi ripaga con gli interessi.

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