Conflitto israelo-palestinese, da Oristano ad Ales mozioni in consiglio comunale

Il conflitto israelo-palestinese e la tragedia umanitaria che si sta consumando a Gaza e in Cisgiordania arrivano anche nelle aule dei consigli comunali della provincia di Oristano. Nelle ultime settimane, Oristano e Ales hanno discusso e approvato due mozioni, diverse nei contenuti ma accomunate dalla volontĆ  di esprimere una posizione netta su un tema che sta scuotendo l’opinione pubblica internazionale.

La mozione di Oristano: ā€œDue popoli, due Statiā€. Il consiglio comunale di Oristano ha approvato una mozione presentata dai consiglieri del centrosinistra, primo firmatario Giuseppe Obinu, che richiama i valori universali di pace, giustizia e autodeterminazione dei popoli. Il documento, passato con 18 voti favorevoli, 3 astenuti e un contrario, impegna il Sindaco e la giunta a sostenere la soluzione dei ā€œdue popoli, due Statiā€, indicata dalle Nazioni Unite e dalla comunitĆ  internazionale come unico percorso possibile per una pace duratura.

La mozione non si limita a una dichiarazione di principio, ma invita l’amministrazione a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinchĆ© l’Italia mantenga una posizione attiva nei consessi internazionali e si impegni per la tutela dei diritti umani in Medio Oriente. Durante il dibattito, i promotori hanno sottolineato come la storia stessa di Oristano, con la figura di Eleonora d’Arborea e la Carta de Logu, richiami valori di giustizia che la cittĆ  non può non ribadire di fronte a un conflitto che miete ogni giorno vittime civili. Il gruppo di Fratelli d’Italia aveva presentato una mozione alternativa, con contenuti diversi, che però ĆØ stata ritirata durante la seduta, per evitare sovrapposizioni e consentire al consiglio di convergere su un atto unitario.

La mozione di Ales: riconoscere la Palestina e sospendere i rapporti con Israele. Diversa la linea scelta ad Ales, dove l’11 agosto il consiglio comunale ha approvato una mozione che chiede al Governo italiano di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. Il documento, dai toni molto più duri rispetto a quello oristanese, definisce ā€œgenocidioā€ quanto sta avvenendo a Gaza e accusa Israele di violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto internazionale. La mozione, approvata con ampio sostegno, impegna inoltre l’amministrazione comunale ad aderire alle campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele, a sospendere ogni rapporto culturale, economico e istituzionale con Tel Aviv e a sensibilizzare la cittadinanza sul tema. In particolare, il testo richiama la necessitĆ  di interrompere le collaborazioni in campo militare e di fermare la vendita di armi italiane utilizzabili nel conflitto.

Per i consiglieri di Ales, la presa di posizione del Comune ha anche un valore simbolico, in continuitĆ  con la storia del paese che ha dato i natali a Antonio Gramsci, intellettuale che ha fatto della giustizia sociale e della difesa dei popoli oppressi una delle colonne portanti del proprio pensiero politico.

Due sensibilitĆ  diverse, un’unica urgenza. Le due mozioni – quella di Oristano, ispirata a una prospettiva diplomatica di equilibrio e mediazione, e quella di Ales, molto più radicale e schierata – rappresentano due facce della sensibilitĆ  con cui i territori sardi guardano al conflitto in Medio Oriente. Entrambe, però, nascono dall’urgenza di non restare in silenzio di fronte a un dramma che continua a provocare migliaia di vittime civili, tra cui moltissimi bambini, e a mettere a rischio la stabilitĆ  di un’intera regione.

Con i loro atti, i due consigli comunali si inseriscono nel dibattito più ampio che attraversa l’Italia e l’Europa: da un lato il sostegno alla soluzione dei due Stati, dall’altro la richiesta sempre più diffusa di riconoscere la Palestina e rivedere i rapporti con Israele.

Due municipi, dunque, che con le loro scelte vogliono dare voce a un bisogno universale: quello di pace, giustizia e rispetto dei diritti umani.

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