Coronavirus. La Assl di Oristano, prima in Sardegna, attiva la riabilitazione via skype!
Fare riabilitazione a distanza, al tempo del Coronavirus, utilizzando le potenzialità della telemedicina. Ad aver avviato l’esperimento è l’Unità operativa di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano, centro di riferimento regionale per i pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, reduci da ictus, traumi cranici o altre patologie che compromettono il movimento e la parola.
«A causa dell’emergenza sanitaria, in via precauzionale abbiamo dovuto sospendere gli accessi in ospedale dei pazienti dimessi dalla nostra struttura o seguiti con accessi ambulatoriali, pazienti che tuttavia hanno bisogno di continuare il percorso riabilitativo, con periodiche sedute di fisioterapia o logopedia, anche una volta rientrati a casa – spiega il direttore dell’Unità operativa di Neuroriabilitazione Andrea Montis – Così abbiamo pensato di cogliere le opportunità offerte della tecnologia per mantenere il contatto con loro e permettere che, anche a distanza, possano continuare ad essere accompagnati dai nostri specialisti nel pieno recupero delle proprie competenze».
Sostanzialmente, attraverso una videochiamata via Skype, i fisioterapisti e i logopedisti si mettono in collegamento con il paziente, lo guidano nel compimento degli esercizi riabilitativi – sia nel movimento che nel linguaggio – e ne valutano i risultati raggiunti.
La metodica, già utilizzata in altri contesti, è il primo esperimento in Sardegna per ciò che riguarda il trattamento dei pazienti cerebrolesi. Attualmente, i soggetti entrati nella sperimentazione sono due, ma l’obiettivo è quello di allargarla anche agli altri pazienti che, per via delle restrizioni dettate dal Coronavirus, hanno dovuto interrompere il percorso riabilitativo ambulatoriale.
«Questa pratica di telemedicina e teleconsulto, che peraltro è indicata dalle maggiori Società scientifiche e non richiede sofisticati investimenti tecnologici, si sta rivelando prezioso in questa contingenza – osserva il dottor Montis – ma il nostro obiettivo è quello di implementarlo in maniera strutturale anche quando l’emergenza sarà superata. Il proseguimento di questa attività sarà possibile grazie alla donazione di un pc e un tablet da parte della Associazione Sarda Traumatizzati Cranici e della Sechi Informatica di Oristano e dell’acquisizione di due TV con WebCam da parte dell’Assl Oristano. Potremo così evitare ai nostri pazienti, che spesso devono percorrere anche centinaia di chilometri per raggiungere il nostro centro, di sottoporsi a periodiche trasferte, rendendo per loro più comodo e agile il collegamento con i nostri specialisti». È così che un iniziale disagio, nato da una situazione di oggettiva difficoltà per operatori sanitari e pazienti, è stato trasformato in un’opportunità: rendere il lavoro, l’assistenza e la pratica terapeutica più snelli e aderenti alle esigenze del paziente.