Istruzione. Pd: “La provincia di Oristano pagherà un prezzo alto con la chiusura delle scuole”

“Il diritto all’istruzione, sancito dalla Costituzione, è messo in pericolo dai nuovi criteri per il dimensionamento scolastico stabilità dal governo Meloni. Una norma vergognosa che come una scure ricadrà su ben 40 paesi delle aree interne della Sardegna”. Così, la segreteria provinciale del Partito Democratico guidata da Maria Obinu denuncia l’impatto dei nuovi criteri che decidono il numero minimo di studenti perché una scuola resti aperta.

I Dem contestano anche la scelta della regione di chiudere le scuole medie di Scano Montiferro: “L’assessore Biancareddu ha spiegato di aver agito nel rispetto della volontà dei territori, in linea con i vincoli numerici stabiliti dal legislatore nazionale. Così, a partire dal 2024/25, gli istituti scolastici con meno di 600 iscritti e 400 nelle zone svantaggiate non potranno avere dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi con contratto a tempo indeterminato”.

Le scuole di Scano in un’immagine tratta da google maps

“A pagare il prezzo più alto sarà la provincia di Oristano con i suoi 87 comuni. Biancareddu e la giunta hanno fatto il compitino e non mettono in discussione le imposizioni del governo nazionale. Smantellare le autonomie scolastiche e la scuola, in una regione come la nostra, in una provincia come quella di Oristano, dove i dati sulla dispersione scolastica parlano di situazione drammatica, con uno dei più alti tassi di abbandono della scuola per i giovani sotto i 16 anni di età, rischia di mettere la pietra tombale sull’effettivo diritto allo studio dei ragazzi che vivono in zone svantaggiate e che hanno poche possibilità di contrastare la povertà educativa ormai dilagante. Smantellare la scuola significa eliminare il primo baluardo di conoscenza e di formazione per le future generazioni. Ci chiediamo quando in Sardegna si farà valere la propria autonomia, quando si smetterà di accettare le norme imposte dal Governo centrale, che nulla hanno a che fare con le condizioni specifiche del territorio. Quando si comincerà a far
sentire la propria voce senza accettare supinamente e come un dato di fatto leggi e norme che non tengono in debito conto della realtà isolana” si conclude la nota.

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