Oristano. Mozione per abbattere le barriere architettoniche: “Questione di giustizia sociale”

Un impegno concreto per rendere Oristano una città più accessibile, inclusiva e giusta. È questo l’obiettivo della mozione presentata in consiglio comunale da otto consiglieri (Giuseppe Obinu, Maria Obinu, Umberto Marcoli, Carla Della Volpe, Francesca Marchi, Francesco Federico, Maria Speranza Perra e Massimiliano Daga), che chiede alla Giunta e al Sindaco di avviare la mappatura delle barriere architettoniche presenti nel territorio comunale e di redigere il P.E.B.A. (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), uno strumento previsto per legge e ancora assente nella pianificazione urbanistica di Oristano.

La mozione parte dal principio per cui la piena accessibilità degli spazi pubblici è un diritto fondamentale, sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e recepito dalla normativa italiana. Tuttavia, nella città permangono ostacoli fisici che limitano la mobilità di persone con disabilità, anziani e cittadini con difficoltà motorie temporanee, ostacolando l’accesso a edifici pubblici, marciapiedi, scuole, biblioteche, spazi verdi e luoghi della cultura.

I firmatari denunciano l’assenza, nei documenti di programmazione economica 2025–2027, di stanziamenti specifici per l’eliminazione delle barriere e chiedono un impegno formale dell’amministrazione a inserire una voce di bilancio dedicata, avviare entro 90 giorni le attività tecniche di rilevamento e coinvolgere attivamente le associazioni e la cittadinanza attraverso percorsi partecipativi.

Il primo firmatario della mozione, Giuseppe Obinu

La mozione sottolinea inoltre l’urgenza di intercettare fondi regionali, statali ed europei, come quelli previsti dal PNRR, destinati alla rigenerazione urbana e al miglioramento dell’accessibilità. Prevista anche l’introduzione di criteri ispirati al principio dell’Universal Design nei futuri bandi, progetti e interventi edilizi pubblici.

“Non si tratta solo di un obbligo di legge – spiega il primo firmatario Giuseppe Obinu – ma di un atto di civiltà e di giustizia sociale, per restituire dignità e autonomia a chi oggi incontra ancora troppe difficoltà a muoversi liberamente nella propria città”.

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