Oristano muove i primi passi (seri) verso la comunità energetica rinnovabile

“E se Oristano fosse la prima città capoluogo in Italia a creare una comunità energetica rinnovabile?” Lo spunto, molto più che una semplice suggestione, è stato lanciato da Claudio Atzori, presidente regionale di Legacoop, durante l’assemblea pubblica organizzata dall’associazione “Oristano e oltre” per presentare l’avvio del percorso. In realtà, alcuni incontri erano già stati fatti due anni fa, ma l’iter si era bloccato per la mancanza dei decreti attuativi a livello ministeriale. “Ora tutti gli strumenti normativi ci sono e possiamo partire” – ha detto in apertura di assemblea il presidente di “Oristano e oltre”, Giampiero Vargiu.

Platea di potenziali interessati al salone San Domenico: soprattutto enti e associazioni di categoria, che riuniscono tutte le imprese cittadine.

In apertura, l’assessore comunale all’energia, Ivano Cuccu, si e’ detto “molto soddisfatto. L’ammministrazione comunale crede nella comunità energetica per la sua importanza sociale, ambientale ed economica. Molte famiglie non riescono a pagare le bollette e un Comune sensibile deve cogliere questa opportunità. Abbiamo già contattato pool di esperti, che diano gambe a questo progetto. Se necessario, metteremo anche risorse a disposizione”.

In realtà, i finanziamenti non mancano, a livello nazionale e regionale. “Anche la Chiesa è in gioco – ha aggiunto Don Alessandro, in rappresentanza della Diocesi Arborense -. Da economo della Diocesi, che gestisce 85 parrocchie, dico che la situazione è delicata. Molti piccoli paesi sono in sofferenza e dobbiamo accettare questa sfida”. Non a caso, la Conferenza Episcopale Italiana è molto attiva nel sostenere l’attivazione delle comunità energetiche.

Ad illustrare i contenuti tecnici del decreto ci ha pensaro il professor Fabrizio Pilo, responsabile del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari: “Ora ci sono le linee guida del decreto. L’autoconsumo diffuso è il principio che sta alla base delle comunità energetiche. Un modello dove l’adesione è sempre revocabile. Si entra e si esce senza obblighi di sorta”. Il Professor Pilo ha poi fatto una panoramica su finanziamenti e requisiti. “Più grande è la comunità, meglio è. Perché l’obiettivo è quello di consumare tutto ciò che si produce”.

Il tavolo dei relatori all’assemblea. Da sx, Claudio Atzori, Giampiero Vargiu, Gabriele Chessa e Luca Rosetti. Il Prof. Pilo è intervenuto in teleconferenza

Lo stesso concetto è stato ribadito da Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna: “La vera sfida è creare una comunità energetica che diventi parte di un’altra ancora più grande. Il bonus energia, va chiarito, va a chi produce e a chi consuma. Tutti sono attori protagonisti nella comunita’ energetica. Ognuno conta uno e si può uscire in qualsiasi momento. Sono gli stessi principi che regolano la vita delle cooperative, che oggi è la forma giuridica più adatta per costituire le comunita’ ad energia rinnovabile”. Atzori si e’ poi soffermato sui vantaggi che porta con se’ un simile progetto: “E occorre sfruttarli tutti – ha specificato -. Per esempio, la comunità energetica può gestire le partite della domotica e dell’efficientemente energetico dei suoi soci. Obiettivo è anche quello di consumare meno, visto che deve essere un modello sostenibile. Quindi, per esempio, utilizzare gli elettrodomestici negli orari migliori. Poi c’è il modello sociale: se noi produciamo tutta l’energia che ci occorre, allora l’invasione dell’eolico, di cui si parla tanto in questo periodo, non avrebbe più senso di esistere”.

“La Regione ha nel Fes 75 milioni di euro per le comunità energetiche – ha concluso Claudio Atzori -. Dovrebbero essere messi a disposizione delle città sopra i 5 mila abitanti, visto che per le comunità più piccole c’è già il bando nazionale. Questa comunità energetica partirà certamente. Ma mi piacerebbe fosse la prima a livello nazionale di una città capoluogo”.

Luca Rosetti, presidente di Energy4Com, ha fatto una panoramica sui progetti già in essere a livello nazionale: “Le regioni alpine sono le più attive, ma il volume si sta ampliando pian piano, perché i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti, a partire da esempi concreti di risparmio per le imprese. Ad oggi è uno dei pochi strumenti che porta davvero sviluppo ad un territorio. Dentro una comunità energetica, ci sono reali vantaggi per i produttori e per i consumatori”.

In chiusura, il presidente di Legacoop Oristano, Gabriele Chessa ha dichiarato che “non c’è motivo per non crederci. La nostra associazione è disponibile ad accompagnare tutti i soggetti interessati nel percorso di costituzione del soggetto giuridico”.

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