Poste. Vendita quote? Per i sindacati, rischio chiusura uffici nei piccoli centri
“I sindacati regionali SLP-Cisl, SLC-Cgil, UILposte Sardegna si oppongono fermamente all’ulteriore privatizzazione di Poste Italiane: la Sardegna rischia la perdita di decine di uffici postali nelle piccole comunità dell’isola” – scrivono le tre sigle in un comunicato congiunto.
La Sardegna è ora minacciata da un’ulteriore privatizzazione che mette a rischio il tessuto sociale
ed economico dell’isola. “Cosi’ si privano i residenti dei servizi essenziali di comunicazione e
di supporto finanziario, che da sempre ha erogato e garantito per tutti e, allo stesso tempo, si
impoverisce il tessuto sociale ed economico già in affanno della nostra regione. SLP-Cisl, SLC-Cgil, UILposte Sardegna si oppongono a questa minaccia imminente – dichiarano Bruno Brandano, Gianna Cossu, Alessandro Perra -. Riteniamo questa decisione avventata da parte del Governo Nazionale, perché mette a repentaglio la coesione sociale e l’accesso ai servizi di base per migliaia di cittadini sardi. Con i tre miliardi che si ricaverebbero con la vendita delle azioni di Poste italiane in mano al MEF, è impensabile immaginare di riuscire a portare il minimo beneficio al risanamento dell’enorme debito pubblico italiano, che a dicembre 2023 era di
2.862,8 miliardi” (fonte Banca d’Italia)”.
Le tre Organizzazioni Sindacali condannano fermamente questa mossa politica, “perchè nel breve
periodo potrebbe mettere a rischio la missione principale dell’interesse pubblico, di una grande
azienda, che fino ad oggi ha garantito tutti i suoi clienti. La scelta di ulteriore privatizzazione serve solamente al governo per fare cassa, senza risolvere
minimamente il grande problema dell’enorme debito pubblico italiano”.
Brandano, Cossu e Perra ribadiscono l’impegno a difendere i diritti dei lavoratori e a sostenere i
servizi pubblici che sono vitali per la collettività della nostra isola: “Le tre Organizzazioni Sindacali sarde invitano i cittadini e le municipalità a unirsi a loro in questa battaglia per difendere il patrimonio comune e ultimo baluardo dello Stato presente in tutte le piccole e piccolissime realtà locali. Chiediamo alle istituzioni competenti di ascoltare le voci delle comunità sarde e di fare fronte comune per fermare questa pericolosa e inutile avanzata verso la privatizzazione totale di Poste italiane, garantendo invece la difesa e il potenziamento dei servizi postali pubblici su tutto il territorio regionale”.