Servizio educativo ridotto per un minore sordo. Polemiche ad Oristano

Un servizio educativo garantito per appena 9 ore settimanali a fronte di 32 ore di frequenza scolastica. È questo il nodo al centro dell’interpellanza urgente presentata in consiglio comunale a Oristano, prima firmataria la consigliera Maria Obinu, insieme ai colleghi Umberto Marcoli, Giuseppe Obinu, Francesco Federico, Francesca Marchi, Massimiliano Daga, Carla Della Volpe e Speranza Perra.

Il caso riguarda un bambino totalmente sordo, residente nel territorio comunale e iscritto alla scuola secondaria di primo grado. Nonostante una condizione che richieda un’assistenza educativa e comunicativa costante, il Comune ha attivato un supporto limitato a sole 9 ore settimanali con un’esperta della lingua dei segni, lasciando scoperta la maggior parte dell’orario scolastico.

Una scelta che, secondo i firmatari, rischia di compromettere seriamente il percorso formativo e il benessere psicologico del minore, entrando in contrasto con la normativa vigente in materia di inclusione scolastica e con i principi costituzionali di uguaglianza e diritto allo studio.

“Parliamo di un diritto fondamentale, non di un servizio accessorio – dichiara Maria Obinu –. Un bambino con sordità totale ha bisogno di un’assistenza continua per poter seguire le lezioni, comunicare e vivere la scuola come tutti gli altri. Garantire solo 9 ore significa, di fatto, escluderlo per gran parte della settimana”

Nell’interpellanza si chiede conto anche della scelta del Comune di resistere in giudizio contro la famiglia, che aveva presentato ricorso al tribunale e ottenuto una sentenza favorevole in primo grado. “È incomprensibile – prosegue Obinu – che si preferisca affrontare un contenzioso legale piuttosto che investire risorse per tutelare un minore fragile. Le istituzioni dovrebbero stare dalla parte dei diritti, non contro le famiglie”.

I consiglieri interrogano infine il Sindaco e l’assessore ai servizi sociali sulle azioni che l’amministrazione intende intraprendere per evitare il ripetersi di situazioni analoghe e per assicurare, in futuro, un’assistenza educativa adeguata e continuativa agli alunni con disabilità sensoriali.

“L’inclusione non può essere a ore né a metà – conclude Obinu –. Il Comune deve farsi carico pienamente delle esigenze delle persone con disabilità, garantendo servizi commisurati ai bisogni reali e nel rispetto della legge”.

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