“Trasporto merci verso il collasso”. L’allarme di Confapi Sardegna, Autotrasportatori Sardi Riuniti e TrasportoUnito
“Il sistema logistico della Sardegna è a un passo dalla paralisi”. È il messaggio lanciato con forza da Confapi Sardegna, dall’associazione Autotrasportatori Sardi Riuniti e da TrasportoUnito, che a Oristano hanno denunciato “le gravissime criticità che affliggono il settore del trasporto merci nell’Isola”.
A rappresentare le associazioni, Gavino Guiso, delegato ai Trasporti di Confapi Sardegna, e Massimiliano Serra, portavoce degli Autotrasportatori Sardi Riuniti. Entrambi hanno parlato di una situazione “non più sostenibile”, che rischia di generare ricadute pesantissime sulla distribuzione di beni essenziali come alimenti e farmaci, soprattutto durante l’alta stagione turistica.
Una crisi annunciata e mai risolta. La denuncia delle sigle di categoria non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già nel 2020 il presidente di Confapi Sardegna, Giorgio Delpiano, aveva messo in guardia sulle conseguenze dell’insularità e dell’assenza di una politica infrastrutturale adeguata. Le sue parole di allora – “localizzarsi in Sardegna comporta per le imprese costi aggiuntivi legati alla condizione di insularità e alla dipendenza da un sistema di trasporti che non supporta le aziende” – oggi appaiono più attuali che mai.
Nel 2023, fu proprio Gavino Guiso a insistere sulla necessità di un trasferimento di competenze statali alla Regione Sardegna e sull’urgenza di creare un tavolo tecnico permanente. Ma a distanza di cinque anni, le associazioni ritengono che poco o nulla sia cambiato in termini strutturali.

Un sistema al collasso tra costi, carenze e disuguaglianze. Tra i problemi più gravi segnalati dalle aziende, spicca l’introduzione del sistema europeo di scambio delle emissioni (ETS) che, a partire dal 1° gennaio 2024, ha fatto impennare i costi di imbarco dei mezzi pesanti. A luglio 2025, trasportare un autoarticolato via nave è costato 1.527 euro, con aumenti di oltre 600 euro rispetto all’anno precedente. Uno scenario destinato a peggiorare ulteriormente nel 2026, con l’estensione dell’ETS anche ai veicoli commerciali.Non meno preoccupante è la carenza di corse navali, giudicate “del tutto insufficienti” sotto il profilo della frequenza e dei tempi di percorrenza. Altrettanto critico è lo stallo del sistema di rimborso “Seal Model Shift” (SMS), che dopo un avvio promettente ha subito un brusco rallentamento.Sul piano operativo, le aziende lamentano difficoltà strutturali nel rinnovo delle revisioni e nell’adeguamento dei mezzi refrigerati alle norme ATP, con il rischio concreto di incorrere in sanzioni nonostante l’assenza di strutture idonee in Sardegna. A tutto ciò si aggiunge una carenza cronica di personale qualificato, che le sigle propongono di affrontare tramite la creazione di liste regionali di disoccupati, incentivi mirati all’assunzione e percorsi di affiancamento con autisti esperti.
Serra ha posto l’accento anche sulle condizioni “disumane” a cui spesso sono sottoposti i trasportatori durante le traversate marittime. In molte tratte, ha spiegato, mancano alloggiamenti dignitosi per gli autisti, che si vedono costretti a riposare in situazioni di grave disagio, spesso in vista di lunghi viaggi su gomma immediatamente successivi allo sbarco.
Un altro punto dolente riguarda la continuità territoriale delle merci, di fatto assente. Le agevolazioni oggi premiano soltanto le grandi aziende di trasporto, che riescono ad accedere a forti sconti sulle tratte navali e che, a loro volta, subappaltano fino al 100% del lavoro ai piccoli autotrasportatori, gravemente penalizzati. Le sigle denunciano come l’Italia non abbia ancora recepito la normativa europea che limita il ricorso totale al subappalto, determinando un’ulteriore distorsione del mercato a danno dei più deboli.
Le richieste al Governo e alla Regione. Durante l’incontro con la stampa, Guiso e Serra hanno illustrato una serie di richieste indirizzate al Governo nazionale e alla Regione Sardegna. In primo luogo, il riconoscimento della piena competenza legislativa e regolamentare della Regione sul tema dei trasporti, con il contestuale trasferimento delle risorse finanziarie necessarie. Altro punto centrale è l’inclusione della Sardegna tra le aree penalizzate dall’ETS, con misure specifiche di compensazione per le imprese dell’Isola. Si chiede inoltre l’attivazione di interventi straordinari per garantire le revisioni e il rinnovo dell’ATP sul territorio sardo, superando le attuali criticità operative.
Fondamentale, per i rappresentanti delle associazioni, è l’apertura di un tavolo permanente con Regione, Ministero dei Trasporti, compagnie di navigazione e rappresentanze del settore, con l’obiettivo di definire un piano strategico per accompagnare la transizione energetica del trasporto merci sia via mare che su gomma.
Infine, viene ribadita la necessità di affrontare il tema della continuità territoriale delle merci in maniera organica, attraverso l’istituzione di due tavoli paralleli: uno per le questioni emergenziali – come revisioni e norme ATP – e l’altro dedicato alle riforme strutturali di lungo periodo, comprese le modalità di accesso alle tratte navali, la gestione dei costi e l’applicazione del sistema ETS.
“Le imprese non ce la fanno più – hanno concluso Guiso e Serra –. Serve una visione nuova, concreta e strutturata. Non possiamo più permetterci di ignorare l’emergenza logistica della Sardegna”.

