Oristano. Duemila ricercatori in campo per contrastare la perdita delle specie marine

Duemila circa i ricercatori coinvolti, otto i nodi di intervento, quarantotto i partner tra università, enti pubblici di ricerca, enti privati e imprese. Sono alcuni numeri del National Biodiversity Future Center, il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e coordinato dal Cnr.

Degli obiettivi del Centro, indicato con la sigla NBFC, delle iniziative di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai tentate in Italia se ne parlerà giovedì 7 settembre, dalle ore 10:00, presso i locali dell’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano, durante un apposito incontro organizzato dalla Fondazione IMC, Centro Marino Internazionale, in collaborazione con l’istituto CNR-IAS, l’Istituto CNR per lo Studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità in Ambiente Marino, entrambi aventi sede nel capoluogo.

Durante l’evento verrà presentato, in particolare, il Nodo 2: “Soluzioni per invertire la perdita di biodiversità marina e gestire le risorse marine in modo sostenibile”.

“Un insieme coordinato di attività di ricerca – spiega Paolo Mossone, direttore dell’IMC di Oristano – indirizzate alla riduzione della pressione antropica sulla biodiversità marina del Mediterraneo, definendo e testando soluzioni per ridurre la perdita di biodiversità dovuta ad attività umane come la pesca, la navigazione e il turismo”.

È proprio la Fondazione IMC che, in qualità di affiliato del National Biodiversity Future Center, insieme al nucleo CNR-IAS operante presso i locali della stessa Fondazione IMC, sviluppano sul territorio della Sardegna le attività del Nodo 2, orientate all’uso sostenibile della biodiversità marina, al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi e alla valorizzazione sostenibile delle risorse marine.

“L’evento – sottolinea il direttore Mossone – rappresenta un’occasione di grande importanza per dibattere sulle iniziative scientifiche e gestionali che possono essere intraprese a livello locale e nazionale per la tutela della biodiversità degli ambienti marini e costieri e delle loro ricadute in campo sociale ed economico”.

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