Colate di cemento sul Monte Arci. La testimonianza: “Rovinato patrimonio naturalistico”

Prima era un sentiero sterrato, particolarmente adatto per gli amanti del trekking, del trail running, della mountain bike. Oggi, quella stradina del Monte Arci, ricadente nel comune di Palmas Arborea, è stata cementificata, probabilmente per un uso più agevole a favore dei mezzi della Forestale. “Ma quella strada è sempre stata con fondo sterrato e, con la dovuta manutenzione delle cunette e delle canaline di scolo della acque meteoriche, non ha mai creato problemi a nessuno, nemmeno ai mezzi della Forestale, dei cacciatori e dell’antincendio”.

A dichiararlo è Stefano Figus, già amministratore del comune di Santa Giusta e consigliere provinciale di Oristano. Ieri stava scalando in bici quella vetta e ha scoperto l’amara sorpresa. Il Monte Arci è un complesso che ricade in numerosi Comuni della Provincia di Oristano, tant’è che fino a non troppi anni fa esistevano due Comunità montane che ne promuovevano lo sviluppo, la salvaguardia e la
promozione. Oggi, gran parte di questo territorio demaniale e comunale di inestimabile valore
naturalistico, storico e culturale è dato in gestione all’Ente Foreste della Regione Sardegna, che ne cura il patrimonio agroforestale.


“Nelle scorse settimane sono stati cementificati diversi tratti della strada sterrata che dal fabbricato ottagonale in territorio di Palmas Arborea conduce fino a Pranu Staddas, dove è presente l’altare della Regina di Monte Arci – racconta Stefano Figus -. Tra l’altro, fatto non trascurabile, la cementificazione ha ridotto notevolmente la sezione stradale”. Inevitabile farsi delle domande sulle motivazioni che hanno portato a un intervento così impattante su un territorio fino a ieri incontaminato, senza escludere che ce ne siano anche altri.


“Vorrei, così come vorrebbero anche le persone che ho avuto modo di sentire in questi giorni, che quel territorio restasse quanto più naturale possibile. Viceversa si potrebbero destinare risorse a ripristinare diversi sentieri naturalistici che nel tempo
sono diventati impraticabili per totale assenza di manutenzione” – conclude, amareggiato, l’ex amministratore provinciale.

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