Convention regionale Confartigianato. La fotografia della Sardegna che produce

L’attuale situazione del comparto artigiano, nazionale e isolano, e le prospettive future del settore, insieme a formazione, intelligenza artificiale, identità e rappresentanza delle piccole e medie imprese sarde, sono stati gli argomenti che hanno animato la due giorni di lavori della convention regionale di Confartigianato Sardegna, dal titolo “La rappresentanza artigiana al centro delle sfide future”, che si è svolta a Sardara, e che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone da tutta l’Isola. Ospite d’onore è stato il Presidente Nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, mentre sul palco, con il coordinamento del Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna, Daniele Serra, si sono alternati Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Francesco Giacomin, Fondazione Germozzi, Giorgio Pisano, formatore, e Marcello Secchi, Psicologo del lavoro e delle Organizzazioni, Stefano Bernacci, Direttore Organizzazione Promozione e Marketing Confartigianato Nazionale, Marco Pierpaoli, Segretario Confartigianato Ancona-Pesaro-Urbino, e Silvia Macchia, Docente dell’Università di Cagliari.

Il tavolo Confartigianato con i vertici nazionali e regionali

“Noi siamo e rappresentiamo gli artigiani, la colonna portante dell’economia in Italia e in Sardegna, quelli che creano reddito e occupazione, persone laboriose, visionarie che non si sono arrese e non si arrendono neppure di fronte alle difficoltà del nostro tempo – ha affermato Giacomo Meloni, neo Presidente di Confartigianato Sardegna, all’apertura dei lavori – quelli che trasferiscono nel loro lavoro, negli oggetti che creano e nei servizi che offrono qualcosa di personale, di fortemente rappresentativo della cultura del lavoro e del saper fare italiano”.

“Qualcosa che nessun algoritmo potrà mai copiare, qualcosa che si chiama intelligenza, intelligenza artigiana appunto – ha proseguito – di questo dobbiamo sentirci orgogliosi e responsabili per le sfide che il futuro ci riserverà”.

Il Presidente ha poi citato i dati del dossier dal titolo “Tendenze 2024 e prospettive 2025 per la Sardegna”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i dati tra il 2018 e 2024 forniti da Istat, Movimprese, Ministeri e Anpal. I numeri raccontano di quasi 170mila piccole e medie imprese sarde, di cui oltre 34mila artigiane, con quasi 90 mila addetti, che operano nelle costruzioni, autotrasporto e autoriparazione, servizi alla persona e digitali, alimentazione e ristorazione, moda, pulizie e tutela del paesaggio e tipico e tradizionale, rappresentando il 20% della forza produttrice dell’Isola e il 13% del valore aggiunto regionale, equivalente a quasi 4 miliardi di euro. Poi il passaggio politico, con la richiesta di confronto con Giunta Regionale e Consiglio, in particolare con la Presidente della Regione, Alessandra Todde, e gli Assessori all’Artigianato e Bilancio, Franco Cuccureddu e Giuseppe Meloni: “Siamo pronti, come abbiamo sempre fatto, a dialogare in modo positivo, propositivo e operativo con il Decisore – ha sottolineato – per orientare, con determinazione, le scelte della Politica nella maniera più concreta e utile per le imprese artigiane. Saremo promotori di proposte serie e soprattutto ci dimostreremo decisi a difenderle e a pretendere le risposte che le nostre aziende si aspettano”.

Nutrita platea in sala

E l’idea di che cosa si aspettino le imprese sarde nei prossimi 5 anni, il Presidente Meloni lo ha ribadito presentando il progetto del Ratinge del “Manifesto” di Confartigianato Sardegna: “Le aziende chiedono alla Politica regionale un solido e tangibile sostegno all’Artigianato sardo, per posizionarlo al centro delle strategie di sviluppo della Sardegna, con l’obiettivo di riconoscere il ruolo cruciale dell’imprenditore artigiano – ha proseguito Meloni – infatti il nostro “Manifesto”, comprende sette punti chiave: trasporti e infrastrutture, credito e incentivi, energia, innovazione tecnologica e digitalizzazione, lavoro e formazione, crisi demografica e spopolamento, burocrazia e semplificazione amministrativa”. Attraverso questo lavoro, l’operato del Presidente e del Consiglio Regionale, rispetto agli impegni, verrà monitorato dal team della Chain Factorysrl, spin-off accademico dell’Università di Cagliari guidato dal Professor Alessandro Spano.

“Non è nel DNA degli artigiani chiedere favoritismi o strumenti di mero assistenzialismo – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Sardegna – ma è necessario essere messi nelle condizioni di continuare a fare del nostro meglio creando reddito e occupazione. E’ questa la nostra strada maestra e starà a noi vigilare e chiedere continuamente che gli impegni presi anche dalla attuale Giunta regionale siano rispettati”. “Le imprese artigiane sarde sono cresciute come numeri e come mentalità, trasformandosi da entità piccole e disorganizzate in realtà mature con competenze elevate e qualificate, che fanno della conoscenza e dell’innovazione il loro modus operandi – ha ribadito – i dati sardi, per il terzo anno consecutivo, confermano la tendenza alla crescita e al cambiamento del comparto che, in ogni settore, è in grado di padroneggiare le nuove tecniche digitali per il rinnovamento dei processi produttivi”. “Anche se dinamiche, in crescita e costantemente in prima linea per contribuire alla crescita dell’Isola – ha continuato Meloni – le imprese artigiane rimangono realtà fragili; per questo chiedono garanzie, certezze e zero burocrazia per la Legge Regionale 949, la legge artigiana. C’è necessità di metterla in sicurezza e quindi bisogna che diventi strutturale e torni a essere agile e rapida come in passato. Lo strumento, in 4 anni, ha erogato oltre 80milioni di euro di sostegni alle imprese sarde del settore”. “Le piccole realtà possono essere viste come elementi di debolezza per l’economia, ma è proprio da questi valori che traggono la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità – ha rimarcato – per tutta la Sardegna le imprese artigiane rappresentano un vero e proprio presidio economico e sociale nei piccoli comuni, anche in quelli più periferici”. Poi i passaggi su formazione e intelligenza artigiana e artificiale. “Nonostante gli artigiani siano sempre al passo con l’evoluzione di servizio e prodotto, per mantenere elevati standard di qualità – ha proseguito Meloni – le imprese hanno costantemente necessità di aggiornamenti, quindi riteniamo fondamentale la continua formazione, che possa far compiere quel salto di qualità tanto atteso da tutto il sistema produttivo isolano”. E il passaggio evolutivo del sistema imprenditoriale sardo non potrà prescindere dal confronto conl’intelligenza artificiale. “Le prospettive che l’Intelligenza Artificiale già oggi, ma ancora di più in futuro, ci prospetterà – ha concluso Meloni – sono al momento solo in parte prevedibili, ma non dobbiamo farci spaventare ed anzi dobbiamo saperle intercettare e stare al passo con essa”.

Il Presidente Nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, nel suo intervento ha ricordato come il 98% delle imprese italiane abbia meno di 20 addetti e il 94% ne abbia meno di 10 e come l’artigianato sia riconosciuto universalmente per la sua qualità. “Quello delle piccole e medie imprese è il modello di Paese che funziona – ha affermato Granelli – un sistema che mette al centro le persone, le comunità e i territori, esaltando la qualità e l’unicità dei prodotti e dei servizi, sempre più all’avanguardia e sempre più tecnologicamente avanzati”.

“Tutto questo però non può prescindere dalla formazione –ha proseguito il Presidente Nazionale – il valore dell’impresa è legata a doppio filo all’aggiornamento continuo delle strutture produttive, degli imprenditori e degli addetti”. “Poi è necessario intercettare i cambiamenti e cavalcare le complessità – ha sottolineato – l’Intelligenza artificiale è un fatto dirompente, ma non deve essere vista come un pericolo; al contrario deve essere uno strumento che migliora l’organizzazione del lavoro, esalta le produzioni e riduce gli sprechi. Dobbiamo farla combaciare con l’intelligenza artigiana e renderla compatibile con le attività quotidiane”. I dati del dossier sull’economia della Sardegna mostrano come, per ora, la tendenza sulle dinamiche di quest’anno in corso per la Sardegna sia di una economia di stabilizzazione ovvero con percentuali che crescono o calano senza eccessivi strappi. Tre gli indicatori più rilevanti: le imprese che aumentano, l’inflazione che si riassorbe, e lavoro che cresce ma prosegue la carenza di figure professionali adeguate.

DEMOGRAFIA REGIONALE IMPRESE. Nel primo trimestre 2024 le imprese totali in Sardegna erano 169.396, con saldo di -151 realtà dato da 2.520 nuove iscrizioni e 2.620 cessazioni, equivalente a un calo dello 0,09%.

DEMOGRAFIA REGIONALE ARTIGIANATO. Sempre nel trimestre, nell’artigianato le aziende registrate erano 34.314, il 20% di tutto il panorama produttivo, con un saldo di+22 attività, dato da 707 iscrizioni e 685 cessazioni, equivalenti a un tasso di crescita dello 0,06%. I dati sul settore pongono l’Isola al secondo posto in Italia come crescita del settore dopo il Lazio con+0,19% e una media nazionale del -0,12%. Nel primo trimestre 2023, la Sardegna nel primo trimestre 2023 registrò una frenata dello 0,07%, mentre ora registra una crescita del 0,06%.

PIL. In Sardegna la dinamica del PIL nel 2023 rallenta rispetto all’anno precedente e si attesta al +0,20%. Per il 2024 è prevista una dinamica sempre prossima allo zero, ma leggermente più elevata (+0,34%).

Nonostante il rallentamento della crescita, nel 2025 è previsto il recupero dei livelli pre crisi (2019), segnando un +2,2% e contribuendo allo slancio positivo del Mezzogiorno che segna un +3,9%.

INFLAZIONE. Buone notizie arrivano dall’inflazione, in netta frenata: a marzo 2024 la percentuale ha raggiunto lo 0,7% rispetto al +9% di marzo 2023. Ancora alto il prezzo dell’energia: a marzo 2024 risultava più alto del 41,8% rispetto a quello del 2021 ma inferiore a quello nazionale, che ha registrato un +46,9% e a quello delle Isole con un +49,5%.

PNRR E INVESTIMENTI PUBBLICI. Il PNRR rappresenta uno stimolo rilevante per l’economia sarda, attenuando gli eventuali effetti recessivi che potranno scaturire nei prossimi mesi. Nel 2023 la spesa nazionale per investimenti pubblici sul PIL torna a salire (2,9% del PIL). Le amministrazioni locali stanno facendo la loro parte: al I trimestre 2024 i pagamenti per investimenti dei Comuni dell’Isola registrano un aumento tendenziale del +47,3% (+46 milioni di euro) accelerando il passo (nel 2023 l’incremento registrato si attestava al +32,8%).

EXPORT. L’export manifatturiero (che comprende le grandi produzioni industriali come i combustibili) sardo registra una brusca frenata: il 2023 si è chiuso con -24%, dato che pone l’Isola all’ultimo posto della graduatoria nazionale. Pesante crollo dei prodotti derivati alla raffinazione del petrolio e dei prodotti chimici, mentre reggono i prodotti alimentari, le lavorazioni metallifere e le lavorazioni di macchinari e apparecchiature. Al contrario reggono le esportazioni delle piccole e medie imprese che hanno registrato un +6% sul 2022, dato superiore al nazionale che ha chiuso con un 1,8%. Tengono i prodotti alimentari, i tessili, l’abbigliamento, i supporti stampati e i prodotti i metalli. In pesante calo legno e sughero e i mobili.

LAVORO.

Nel 2023 sono 577 mila gli occupati nella regione, 11 mila in più (+1,9%) rispetto al 2022; trend positivo trainato dalle occupate (+3,9%) e dai lavoratori dipendenti (+2,0%).

Tale risultato positivo non risulta però ancora sufficiente per recuperare il numero di occupati del 2019, anno pre-crisi, (quando erano 582 mila), registrando una dinamica del -0,9%; restano ampiamente sotto i livelli 2019 le occupate (-1,8%), e i lavoratori indipendenti (-3,0%).

A livello settoriale si osserva nell’ultimo anno, 2023 su 2022, un calo dell’occupazione nel Manifatturiero (-11,1%), registrando una delle peggiori performance rilevate a livello nazionale come nelle Costruzioni (-12,2%); mentre positiva è la dinamica rilevata per i
Servizi (+4,7%). Rispetto al livello 2019 è invece il comparto Costruzioni quello che presenta l’incremento più intenso, e a doppia cifra, dell’occupazione (+20,5%), a cui segue il Manifatturiero (+5,2%). Mentre non è ancora stato raggiunto il numero di occupati pre-crisi per i Servizi (-3,1%).

Sul fronte lavoro, variabile traino dell’ultimo periodo, una delle principali problematiche che interessa le imprese è la difficoltà di reperimento. La quota di entrate ritenute difficili da trovare a maggio 2024 si attesta al 49,2%, superiore di 4,6 punti a quella
rilevata a maggio 2023 (44,6%).

Per il trimestre maggio-luglio 2024, trimestre di ‘apertura’ dell’estate, le imprese sarde prevedono 64mila nuove entrate, oltre 2 mila di più rispetto a quelle previste nello stesso periodo di un anno
fa. L’incremento di domanda di lavoro registrato per il solo mese di maggio, pari al +19,6% (+3mila entrate rispetto a maggio 2023), posiziona la nostra regione 2^ nella classifica nazionale.

LAVORO UNDER 35. Per gli under 35 nel 2023 l’occupazione è cresciuta del +3,4% sul 2022, mentre rispetto al 2019 registra un gap del -3,8%. L’isola registra la seconda performance negativa per l’occupazione giovane tra il 2019 e 2023. Per ciò che riguarda gli over 35, tra il 2022 e 2023 si è registrata una crescita del +1,5% mentre il gap tra il 2019 e 2023 rimane ancora del 0,5%. Tra il 2022 e 2023 crollano gli occupati del manifatturiero dell’-11,1% (peggior risultato in tutta Italia) e quelli delle costruzioni con -12,2%. Al contrario eccellente performance dei servizi (+4,7%), commercio e turismo (+1,3%) e altri servizi (+6,2%). Su 577 mila occupati, 454mila sono quelli impiegati nei servizi, 51mila nella manifattura estesa, 39 mila nelle costruzioni e 33 mila nell’agricoltura.

DOMANDA LAVORO E FIGURE PROFESSIONALI MANCANTI. Nel 2023 le imprese sarde non sono riuscite a reperire il 42% della manodopera necessaria, pari a 64.170 posti rimasti scoperti. Le cose sono andate peggio per le piccole realtà che hanno avuto difficoltà ad assumere il 42,9% del personale (48.030 lavoratori), e per gli artigiani la cui quota di lavoratori introvabili è arrivata al 50,7%(8.170 addetti). Tra maggio e luglio 2024, la Sardegna ha previsto l’assunzione di quasi 21mila nuovi addetti (+19,6% rispetto allo stesso periodo del2023) di cui il 49% di difficile reperimento.

EDILIZIA E CASE GREEN. Preoccupa il previsto calo dell’edilizia: a livello nazionale si stima un calo del 2,5% per il 2025 e 0,8% nel 2026, andamento che sicuramente avrà un impatto negativo anche sul sistema regionale delle costruzioni. Per ciò che riguarda la nuova direttiva europea “case green”, l’impatto della nuova regola sulla Sardegna sarà veramente importante, sia termini di patrimonio da riqualificare, sia come aziende interessate alle prospettive di questo nuovo mercato: quasi 90mila immobili vetusti e circa 25 mila imprese edili pronte ad intervenire. Un giro d’affari che potrebbe essere anche superiore rispetto a quello del superbonus, considerato come quelle impegnate saranno tutte risorse private che non andranno a intaccare i bilanci dello Stato. Per valutare l’impatto, basti pensare che per un intervento totale di riqualificazione di un immobile di 100 metri quadri si innesca un giro d’affari, tra riqualificazione, efficientamento e autoproduzione, che arriva facilmente ai 150mila euro di investimento. D’altra parte, però, c’è da considerare come un immobile rimesso a nuovo possa valere anche il doppio rispetto, con consumi energetici praticamente azzerati, rispetto a uno ancora da ristrutturare. Il panorama residenziale della Sardegna versa ancora in condizioni critiche, con abitazioni troppo vecchie e in cattive condizioni di salute e che consumano troppo. L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, ha anche analizzato l’età e lo stato dei 512.310 edifici privati (case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine, condomini anche con attività economiche al piano strada) costruiti prima del 1981 (322.515 unità) e dopo l’81 (189.795), secondo dati Istat. Dall’indagine è risultato che il 17% (87.262 edifici) del totale degli immobili versa in pessime o cattive condizioni, ponendo l’isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio immobiliare vetusto.

CREDITO E TASSI BANCARI. E’ di 148milioni di euro l’extra costo causato dal caro tassi bancari verso le micro e piccole aziende della Sardegna. Condizione che ha imposto all’83,4% delle realtà produttive isolane di ricorrere all’autofinanziamento nel caso di necessità creditizie. In ogni caso, nell’Isola il 50,7% delle imprese di ridotte dimensioni continua a dipendere dall’erogazione di mutui e prestiti da parte degli Istituti di Credito. Nei territori isolani l’extra costo ha colpito Sassari-Gallura per 46 milioni, Cagliari per 45, il Sud Sardegna per 22, Nuoro per 20 e Oristano per 15. A dicembre 2023 in Sardegna si contavano 8 miliardi e 371 milioni di prestiti al totale delle attività produttive isolane; di questi 2 miliardi e 532 milioni sono andati alle micro, piccole e medie imprese il cui credito in 2 anni si è contratto del 5,6%.

INVESTIMENTI GREEN. Nel 2023 il 64,1% delle imprese sarde ha investito in tecnologia, formazione figure professionali green, con un trend del +25,5% rispetto al 2022.

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