Impianto rifiuti di Arborea. Arriva il biodigestore per eliminare i cattivi odori
Il Consorzio industriale di Oristano ha presentato gli esiti della campagna di rilevazione delle emissioni odorigene dell’Impianto di Trattamento R.S.U. di Arborea, con la tecnologia del naso elettronico.
All’incontro hanno partecipato tecnici, amministrazioni comunali interessate e 2 componenti del comitato di cittadini che si è costituito per mettere in evidenza il problema.
I risultati della campagna di rilevazione olfattiva con la tecnologia del naso elettronico sono stati illustrati dalla dott.ssa Silvia Silvestri e dal suo staff della Fondazione Edmund Mach.
Lo strumento è rimasto posizionato in una abitazione della borgata di Sant’Anna, il centro abitato più popoloso tra quelli vicini all’impianto, per la durata di un mese, dal 19 luglio al 19 agosto. Come affermato dai tecnici della Fondazione Edmund Mach, quella condotta a Sant’Anna è stata la campagna di rilevazione più lunga tra
quelle da loro condotte. Anche la scelta del periodo in cui effettuare le rilevazioni, quello estivo, è stata determinata dalla volontà di fare l’indagine nelle condizioni più impegnative per l’esercizio dell’impianto di smaltimento. Infatti, nel periodo estivo si registra un incremento dei conferimenti della frazione umida e temperature elevate che accelerano la degradazione dei rifiuti e la produzione di odori e, sempre nel periodo estivo, storicamente vengono segnalati in misura maggiore i fastidi legati agli odori.
La dott.ssa Silvestri ha illustrato le risultanze della campagna di indagine, dalla quale è risultato che, su 44.483 minuti complessivi di rilevazioni nel mese di indagine, gli eventi positivi, quelli
cioè associati alla presenza degli odori al riconoscimento dei quali lo strumento è stato addestrato, hanno avuto una durata complessiva di 2.805 minuti, per una percentuale del 6,3% del tempo totale.
Particolarmente interessante è stata l’analisi delle fonti di provenienza degli odori rilevati: del 6,3 % di eventi positivi complessivamente rilevati, il 41% è risultato proveniente dal biogas, il 29% dal fronte della discarica, il 24% dai cumuli di compost, il 5% dalle vasche di raccolta del percolato, e l’1% dai biofiltri. Questa informazione è risultata molto utile al fine della implementazione di nuovi e ulteriori accorgimenti gestionali finalizzati a limitare la diffusione degli odori.
Infatti, nella discussione che è seguita alla presentazione dei dati, i Tecnici del Consorzio hanno illustrato le possibili azioni attuabili nell’immediato, che riguardano: la realizzazione di un maggior numero di pozzi di captazione del biogas ed il loro collegamento alla torcia esistente, la copertura del corpo della discarica con teli impermeabili per evitare emissioni di biogas dovute a fessurazioni del terreno di ricopertura che potrebbero verificarsi in presenza di temperature elevate, il miglioramento del processo di compostaggio con verifica dell’indice respirometrico del prodotto.
Le azioni attuabili nel medio periodo, sempre finalizzate ad ulteriori miglioramenti, riguardano soprattutto la implementazione di una sezione di biodigestione anaerobica nella linea di compostaggio, soluzione che, come dichiarato dai tecnici della Fondazione Edmund Mach, ha dato ottimi risultati in altri impianti da loro seguiti.
Su quest’ultimo intervento del biodigestore il Consorzio, in accordo con i Comuni di Arborea e Marrubiu, ha chiesto il supporto di Legambiente Sardegna per la attivazione di un processo partecipativo, il cui avvio è previsto nei prossimi giorni, e che prevede la illustrazione del progetto alle istituzioni, agli operatori economici ed ai residenti nell’area dell’impianto con il fine di informare in modo capillare i territori dell’oristanese e sensibilizzare le comunità locali sulle opportunità legate all’implementazione del digestore anaerobico, con la raccolta di suggerimenti e raccomandazioni.
Per il Presidente del Consorzio, Massimiliano Daga, “l’esperienza della campagna di rilevazioni olfattive con il naso elettronico è risultata molto positiva perchè l’intento dell’Ente non era quello di dimostrare l’assenza o la scarsa rilevanza degli odori prodotti dall’impianto di trattamento R.S.U., ma la misurazione oggettiva della consistenza di un fenomeno già previsto nella Valutazione di Impatto Ambientale e, soprattutto, la individuazione delle fonti di provenienza, le fasce orarie e le condizioni meteo in cui è più facile avvertire fastidi, con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni possibili per attenuarli. L’auspicio è che le Istituzioni e i cittadini vogliano sostenere il Consorzio nelle iniziative che sono state finora attivate e che verranno promosse in futuro senza enfatizzare un fenomeno che, come dimostrato dalla campagna di monitoraggio sopra presentata, è stato rilevato da una indiscutibile strumentazione tecnica come temporalmente limitato: a fronte di un reale e sincero atteggiamento collaborativo e senso di responsabilità, il Consorzio, come sempre, continuerà a fare la sua parte”.