
Oristano. All’Othoca presentazione del libro sull’emigrazione sarda in Argentina
Un momento intenso di memoria e riflessione ha coinvolto studenti e docenti dell’Istituto Othoca di Oristano, in occasione della presentazione del libro “Desaparecidos. La storia dell’emigrazione sarda in Argentina”, opera della ricercatrice e autrice Stefania Cuccu. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per approfondire una pagina poco conosciuta della storia sarda e mondiale: l’emigrazione verso l’Argentina e il dramma dei Desaparecidos durante la dittatura militare argentina (1976-1983).
Ad accogliere l’autrice una platea di studenti attenti e partecipi. Introduzione affidata alle parole del docente Andrea Maulu, che ha sottolineato l’importanza di riscoprire e tramandare la memoria storica come strumento di consapevolezza e giustizia: “La Sardegna – ha ricordato – ha vissuto per decenni un flusso migratorio verso l’Argentina, dove oltre 130.000 sardi hanno cercato lavoro e speranza tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra. Ma molti di loro e dei loro figli sono rimasti vittime di un tragico silenzio, quello imposto dal terrore della dittatura”.

Nel suo libro, Stefania Cuccu racconta le storie di chi è scomparso nel nulla, tra cui anche emigrati sardi e discendenti di sardi. Un lavoro di ricerca rigoroso e appassionato che ha dato voce a testimonianze spesso taciute per decenni, ricostruendo i percorsi di vita spezzati, le battaglie dei familiari e il valore universale della memoria. Trentamila persone scomparse, sulle quali regnava il silenzio e la paura. Perché questa storia venisse fuori ci sono voluti anni. Ma nessuno di loro è mai morto per sempre: oltre a vivere nel ricordo di chi l’ha amato, continuerà a vivere nel ricordo di chi conoscerà la sua storia.
Il progetto editoriale è destinato soprattutto ai giovani, affinché possano riflettere sui temi della libertà, della giustizia e della responsabilità civile. “Conoscere il passato – ha sottolineato l’autrice – è fondamentale per costruire un futuro più giusto e solidale”.