Oristano, dibattito sulla sanità. Dedoni contro tutti

Dall’ex consigliere regionale, Attilio Dedoni, riceviamo e pubblichiamo:

“Essendo stato un rappresentante dell’oristanese all’interno del consiglio regionale, ed essendomi familiari le problematiche di questa provincia, vorrei prestare alla sanità oristanese maggiore attenzione, avendone già dedicata tanta in altri tempi. Si dovrebbe dire che cambiano i protagonisti, ma lo scenario resta lo stesso e anche la trama è la solita. Il sacco dell’ospedale San Martino di Oristano e l’espoliazione dei presidi ospedalieri di Ghilarza e Bosa, con l’abbandono a se stesso del poliambulatorio di Ales.
Ciò che mi preoccupa è una presenza attonita e abulica dei rappresentanti politici locali, che evidenziano un comportamento indecifrabile per non dire assente, con ruoli da combattenti su retroguardie, difendendo le scelleratezze di chi ha iniziato il saccheggio, e dimenticandosi l’espoliazione delle dotazioni organiche e strumentarie, con conseguente limitazione dell’offerta assistenziale, aggravando così la mobilità passiva con una ulteriore diminuzione delle risorse disponibili per la sanità territoriale.
Non so se ancora sia attuale parlare di livelli essenziali di assistenza, ove, in questa realtà Oristanese, si sta consumando un autentico delitto a carico dei L.E.A. e quindi dei diritti dei cittadini alla salute. Non pare neanche che i nuovi amministratori regionali abbiano sinora prestato la dovuta attenzione alla sanità, in particolare a quella Oristanese, infatti basti pensare al recente spostamento di anestesisti dal San Martino ad altri presidi ospedalieri, oppure al blocco della presa in carico di nuovi pazienti onco-ematologici: primo atto tolti i mezzi, poi via i medici e ora i pazienti, destinati altrove. Una vera beffa nei confronti di soggetti fragili e indifesi, spesso indeboliti dal peso degli anni, dalle sofferenze, da malattie gravi come linfomi, leucemie e mieloma. Quale calvario dovranno subire per le distanze dal luogo di cura, quanti avranno la forza di resistere e quanti per debolezza insita dovranno abbandonare le cure? Tutto ciò alla faccia delle promesse politiche volte a contrastare lo spopolamento delle zone interne e a dare risposte concrete ai cittadini; essendo necessario evidenziare la colpevolezza di chi ha voluto questa sanità fondata su modelli teorici, a dir poco campati in aria, chiaramente poste in essere dalla precedente giunta.
Ma non con minore sdegno nei confronti di chi fino ad oggi non ha attuato nessuna manovra correttiva, lasciando libero un percorso verso un baratro che certamente non possiamo permetterci.
Ho sempre sostenuto e sostengo che i malati non hanno un colore politico ne partitico; ma hanno solo bisogno di attenzioni, di buone cure e di alti livelli di prestazioni sanitarie”.

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