
Oristano. Il comitato per il diritto alla salute si sdoppia e parla anche di energia
“Ma che colpa abbiamo noi? È la domanda che tutti noi cittadini ci poniamo ed è anche l’interrogativo che dà il titolo all’incontro pubblico organizzato dal Comitato per il Diritto alla Salute della Provincia di Oristano”.
L’appuntamento è per venerdì 1 dicembre alle 17:30, nei locali dell’Auditorium San Domenico via Lamarmora 2 a Oristano. Stavolta non si parlerà solamente di sanità, ma all’argomento principe che anima il comitato si aggiunge quello della transizione energetica in Sardegna, “legato alle cronache giudiziarie e allo sperpero di denaro pubblico che ha coinvolto il mondo politico isolano” – spiegano gli organizzatori. Parteciperanno al dibattito i giornalisti Giampaolo Meloni e Andrea Sparaciari, del Fatto Quotidiano.
“L’attuale situazione della sanità pubblica in Sardegna, come nel resto d’Italia, ha quasi raggiunto il punto di non ritorno a causa dei continui tentativi di smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, tentativi che hanno causato la mancanza di medici e di infermieri e liste d’attesa infinite per diverse prestazioni. Le statistiche dimostrano che un cittadino su cinque rinuncia alle cure” – si legge nell’invito all’incontro.

“E’ quindi evidente il fallimento della politica regionale sulla sanità e sulla gestione delle aziende sanitarie: la Regione non garantisce più un servizio sanitario realmente pubblico, universale e alla portata di ogni cittadino” – dichiarano i responsabili del comitato.
Il secondo grande tema che verrà dibattuto è quello della transizione energetica. “La nostra isola vanta una delle produzioni più significative a livello nazionale di energia derivante da fonte eolica, ma nonostante questo contributo energetico, si osserva il crescente afflusso di richieste di nuove concessioni per impianti e parchi eolici. La Sardegna deve affrontare in modo intelligente l’abbandono progressivo dell’energia fossile, ma la transizione energetica sostenibile non deve essere uno scempio con effetti devastanti su territorio. Diventa quindi necessario analizzare al meglio la situazione e farlo in tanti. Partecipando all’incontro pubblico ciascuno potrà dare il proprio contributo e ottenere preziose informazioni” – conclude la nota.