Scuola. La ripartenza vista dai sindacati oristanesi
Le Segreterie Confederali e del Settore Scuola di CGIL CISL e UIL della Provincia di Oristano hanno richiesto ai 9 Presidenti delle Unioni dei Comuni della provincia ed al Sindaco del Comune di Oristano, una serie di incontri urgenti per affrontare il tema della ripresa delle lezioni scolastiche
nel prossimo mese di settembre. Questa richiesta di incontro, che coinvolge anche i vari Dirigenti Scolastici interessati, ĆØ stata decisa e proposta alla luce della pubblicazione delle linee guida ministeriali che danno indicazioni sulla riapertura delle scuole in sicurezza nel prossimo anno
scolastico. Si tratta di linee guida tardive che, al di lĆ di alcune indicazioni di semplice buon senso, scaricano di fatto tutti gli elementi di criticitĆ , responsabilitĆ e complessitĆ sulle Autonomie Scolastiche e sugli Enti Locali, ai quali si demanda la ricerca di soluzioni per garantire la ripresa
delle lezioni in sicurezza.
Le organizzazioni sindacali fanno soprattutto notare come lāenunciazione di principi condivisibili poi si scontri con la mancanza di risorse, sia in termini di organico che di investimenti per creare le condizioni che dovrebbero ātrasformare le difficoltĆ di un determinato momento
storico in un vero e proprio volano per la ripartenza e per lāinnovazioneā. Il Ministero si limita ad enunciare i principi a fine giugno e nel contempo, a Dirigenti Scolastici ed Enti locali, (senza risorse
finanziarie e organico aggiuntivo) spetta il trovare le soluzioni concrete in due mesi.
Altra considerazione che emerge immediatamente ĆØ che il modello proposto di āconferenza dei serviziā, che ogni comune dovrebbe attivare coinvolgendo la comunitĆ locale e la scuola di sua competenza, si scontra con un territorio in cui le scuole sono ben poche ed in queste convergono i ragazzi di svariati comuni giĆ dalla scuola dellāinfanzia. Le linee guida, evidentemente, pensano al modello
āun Comune una scuola o piĆ¹ scuoleā che nella nostra realtĆ non esiste. Prendendo atto che queste linee guida mal si adattano ad una realtĆ complessa come quella oristanese e che impattano su una rete di Enti Locali piccolissimi e con organici risicatissimi per il loro funzionamento, si ritiene opportuno intervenire immediatamente. In questāottica i sindacati oristanesi propongono un diverso approccio di dimensione territoriale. Il modello ipotizzato dai sindacati tiene conto delle aggregazioni dei comuni esistenti e delle scuole incluse in quei territori, al fine di ipotizzare analisi concrete e strumenti piĆ¹ efficaci e vicini alla realtĆ territoriale
dellāOristanese.
Soprattutto si vuole cogliere lāoccasione in queste riunioni, in linea tra lāaltro con la costituzione di āPatti educativi di comunitĆ ā o di āpatti educativi di corresponsabilitĆ ā proposti dalle Linee guida ministeriali, di proporre una nuova visione del sistema dāistruzione territoriale, trasformando l’emergenza in opportunitĆ per la costruzione di un nuovo modello. Quello che viene proposto dal
Ministero, come risposta emergenziale, col coinvolgimento di tutte le forze vive presenti nel territorio, ricalca unāipotesi di sviluppo studiata dai sindacati oristanesi e che ha giĆ avuto un risultato concreto con la sottoscrizione del protocollo per la sperimentazione dello āStudent Townā
firmato dai sindacati, dallāUnione dei Comuni del Terralbese e dal Dirigente Scolastico dellāIstituto Superiore di Terralba allāinizio di questāanno. In quel protocollo si mettono le basi di un tavolo
partenariale in cui Enti Locali, autoritĆ scolastiche, forze sociali ed associazioni varie mettono al centro dellāattenzione il tema dellāistruzione, allāinterno di un delimitato ambito territoriale, costruendogli āun vestitoā su misura. Non un superamento emergenziale come proposto dal Ministero, ma un modello strutturato e permanente di sviluppo e di governance che riguarda tutte le ragazze e i ragazzi del territorio, seguiti e curati dallāasilo nido fino allāuniversitĆ . Una
collaborazione estesa a tutti, in cui sono ben definiti i ruoli, nel rispetto dellāautonomia didattica del collegio dei docenti, finalizzata alla creazione di servizi utili al raggiungimento di obiettivi ottimali
per gli studenti del territorio. Un investimento del territorio sul proprio futuro quindi, puntando sui giovani, lavorando per favorire la loro permanenza nel luogo, contrastando lāemigrazione.
Questo investimento consiste in una dilatazione del tempo ( passato a) scuola, nellāistituzione di un servizio mensa e di un servizio di ācoachingā motivazionale sperimentale (che punta alla rimotivazione
degli studenti ) con varie attivitĆ libere e guidate, sino al supporto nello studio su indicazione del collegio dei docenti. Si ottiene, cosƬ, una scuola āapertaā realmente al territorio, che mette a disposizione spazi, laboratori e strutture facilmente utilizzabili e fruibili. Il territorio investe
finanziando i servizi. Il modello sperimentale potrebbe essere facilmente esportabile in altre realtĆ diventando un serio strumento contro la dispersione scolastica della quale la Sardegna detiene da anni il triste record italiano (23% contro una media italiana del 14,3%). Questo modello verrĆ presentato nei prossimi giorni durante gli incontri proposti ai Presidenti dellāUnione dei Comuni.