“Senza turismo, l’agricoltura è k.o.”. Allarme dalle aziende terralbesi
I produttori ortofrutticoli Coldiretti del terralbese esprimono grande preoccupazione per l’imminente stagione turistica. Le incombenze richieste ai turisti in entrata mettono in allarme anche le aziende agricole, che con il turismo hanno uno stretto legame economico. Le produzioni estive vanno rapidamente a maturazione, seguendo il ritmo delle stagioni. Il rischio concreto, riferiscono le aziende agricole, è che possano rimanere invendute sul campo.
Vittorio Vaccargiu, serricoltore, orticoltore e produttore di funghi di Terralba evidenzia come sia aumentato il rischio di impresa: “Un rischio difficilmente sostenibile, perché le aziende sono scarsamente capitalizzate. Solo nel mese di aprile – afferma – la nostra azienda ha avuto un calo del fatturato pari al 31%. La paura è che si tratti dell’ inizio di un trend negativo. Aggiungasi un aumento dei costi che ci penalizza oltremodo nelle esportazioni. Lo stop al turismo – conclude Vaccargiu – riduce fortemente le vendite nel mondo della ristorazione e della grande distribuzione”.
“Per Giampietro Mannai, produttore di ortive di Terralba, e Presidente di sezione Coldiretti, specializzato nella coltivazione bio di Sedano, le produzioni sarde sono in sofferenza causa le importazioni che arrivano da altri Paesi, in particolare dalla Spagna. Stiamo vivendo – ribadisce Mannai – una situazione di pesantezza importante, considerato che siamo solo nella fase iniziale della campagna estiva”.
“Anche L’ Orto di Eleonora – puntualizza il direttore Salvatore Lotta – ha dovuto rivedere la programmazione delle coltivazioni in funzione dell’emergenza, riducendo in via prudenziale del 20% la potenzialità produttiva. Abbiamo contrastato eventuali problematiche con la ricerca di altri sbocchi di mercato nel nord – est della penisola”.
Per la Società Agricola Fratelli Dessì di Terralba, una contrazione dei consumi nelle ortive è già in atto. “Molte delle colture estive sono pronte per la raccolta – sottolinea Gian Gavino Dessì – andando ad incrementare in modo notevole l’ offerta verso un mercato che non riesce ad assorbire la mole di prodotto. Il risultato è che molta merce invenduta viene già oggi buttata. Il turismo era la valvola di sfogo per molte delle nostre produzioni”.
Coldiretti Oristano esprime preoccupazione per questo clima di incertezza, in considerazione del fatto che giunge dalla piana di Terralba, tra le più importanti aree produttive di ortive isolane. Si tratta ora di salvare la stagione e il lavoro di tante aziende. Coldiretti Oristano confida in una soluzione positiva che possa dare risposte certe ed una prospettiva alle tante produzioni agroalimentari isolane.