Sgravati gli usi civici da 300 fabbricati a Torregrande. Esultano i proprietari

Il consiglio comunale di Oristano ha approvato all’unanimità il piano di trasferimento della terre civiche di Torre Grande dall’area compresa tra la torre e il porticciolo alla porzione di pineta compresa tra il tennis club e il campeggio Spinnaker.

“È un atto importante, un traguardo per il Comune che completa un percorso intrapreso da varie amministrazioni, iniziato nel 2009, quando ancora le procedure regionali non erano entrate in contrasto con quelle nazionali, per superare e rimuovere le problematiche insistenti sugli immobili di proprietà di privati che, ignari, si sono trovati a possedere un bene senza poterne disporre in maniera incondizionata – ha spiegato il Sindaco -. Un percorso segnato da cambi di competenza delle funzioni amministrative sulla potestà legislative sugli usi civici e anche all’interno della stessa Regione Sardegna, tra Argea e Assessorato regionale all’Agricoltura. Già nel 2018 il Comune volle perseguire questo traguardo con le delibere di annullamento degli usi civici nei piani di zona di Torre Grande e Silì. Un altro procedimento, sempre nel 2018, relativo al trasferimento delle aree di Torre Grande, che coinvolge circa 300 fabbricati nell’area tra la Torre spagnola e il porticciolo, è rimasto inconcluso a causa di un vuoto normativo dello Stato recentemente colmato e che si può concludere oggi. È una delibera importante che riguarda Torre Grande ma può dare via alla soluzione per Oristano e frazioni, riconsegnando agli oristanesi una parte del territorio. Ringrazio gli uffici e gli assessori che dal 2018 hanno lavorato al problema e in particolare l’assessore Cuccu che in questi mesi ha interloquito con la Regione”.

Il Presidente della Commissione Urbanistica Fulvio Deriu ha relazionato sul lavoro dell’organismo consiliare che “si è espresso favorevolmente all’unanimità. È un problema molto sentito, e molte amministrazione hanno tentato di risolverlo, che non ha colpevoli se non quello di un quadro normativo assolutamente incerto. La problematica degli usi civici in Sardegna è diversa da quella degli usi civici nel resto d’Italia. Intanto, qui i proprietari si sono ritrovati senza un titolo legale reso pubblico, titolo che ha trovato inefficacia perché i beni gravati da uso civico, come i beni demaniali, sono inalienabili e inusucapibili. Questo ha determinato che gli atti d’acquisto già all’origine avevano questo deficit. Un primo problema in Sardegna è che i primi decreti non furono trascritti nei pubblici registri. L’altro problema è stato quello della separazione dei poteri del commissario regionale per gli usi civici che prima aveva anche il potere amministrativo oggi ha solo quello giuridico.

“Finalmente si pone fine a una criticità che dura da tanti anni, è un problema che riguarda cittadini ignari del vincolo che gravava sulla loro proprietà – ha detto Efisio Sanna (Oristano più) -. Parliamo di circa 250 proprietà a Torre Grande. Tante amministrazioni si sono spese nel tentativo di risolvere questo problema. La normative nel corso di questi anni è stata schizofrenica, incerta, di dubbia e difficile interpretazione costringendo tanti comuni a rivedere i propri atti sulla base dei cambiamenti. Riconosciamo il valore di beni civici ed è un bene che si parli di trasferimento dell’uso civico”.

“È un problema annoso che riguarda molti comuni della Sardegna – ha detto Paolo Angioi (Prospettiva Aristanis) -. Finalmente possiamo dare soluzione a un problema che in questo momento riguarda Torre Grande ma che in prospettiva interesserà tutta Oristano”.

Sergio Locci (Aristanis) ha ricordato che “nel 2019 erano 160 i comuni sardi che avevano l’esigenza di affrontare la problematica degli usi civici, soprattutto alla luce del cambiamento sociale e di cosa rappresentano oggi gli usi civici, non più un interesse per la collettività ma un vincolo e un freno allo sviluppo. Oggi ripristiniamo il principio del diritto di proprietà a favore di quei cittadini che in questi anni lo hanno visto limitato”.

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