
Eolico nel Montiferru e Bassa Valle del Tirso. Osservazioni anche dalla Lipu
Il coordinamento regionale Lipu Sardegna ha presentato una serie di osservazioni in relazione al progetto di un Impianto eolico presentato dalla Società Sorgenia Renewables srl. Il progetto prevede l’installazione di nove aerogeneratori nei Comuni di Seneghe e Narbolia con altezza al mozzo fino a 125 metri e diametro del rotore fino a 170 metri. L’installazione degli aerogeneratori sarà preceduta dall’approntamento delle opere e infrastrutture accessorie indispensabili a garantire un funzionamento e la gestione dell’impianto (viabilità e piazzole di servizio, distribuzione elettrica di impianto, cabina di sezionamento, area destinata all’installazione ed esercizio del BESS (Battery Energy Storage System), Sottostazione elettrica di utenza 30/220 kV condivisa tra più produttori, opere per la successiva immissione dell’energia prodotta alla Rete di Trasmissione Nazionale).
La Lipu si è soffermata in particolare sulle implicazioni di carattere ambientale che l’installazione di nove aerogeneratori avrà sul territorio. Il paesaggio dell’area in oggetto è caratterizzato da pascoli alternati da macchia mediterranea e sugherete e dalla presenza di aziende agro-pastorali, con ovili, divisioni a muretto a secco e strade interpoderali. L’impatto sul territorio con l’apertura di nuove strade o semplicemente l’adeguamento di viabilità esistente comporta, oltre al consumo di suolo, l’abbattimento di essenze vegetali rappresentate prevalentemente da alberi, arbusti ed elementi della macchia mediterranea che in taluni casi impiegano decenni per ricostituirsi. Le strutture e i manufatti, come i muretti a secco sono patrimonio culturale dell’umanità tutelati dall’UNESCO e non possono essere ricostruiti, se non in minima parte, in quanto la loro realizzazione secondo la tecnica tradizionale comporta tempi lunghissimi e spese ingenti. Si aggiungono poi i danni ambientali legati alla realizzazione dei cavidotti che comporteranno uno scavo eseguito con mezzi meccanici di 1,1/1,2m, valore che potrà subire variazioni in relazione al tipo di terreno attraversato. Normalmente la larghezza dello scavo della trincea è limitata entro 1,3 m, salvo diverse necessità riscontrabili in caso di terreni sabbiosi o con bassa consistenza ed alla creazione di spiazzi per il deposito temporaneo delle strutture di cantiere.
La realizzazione della rete viaria a servizio del parco comporterà, per la maggior parte, l’adeguamento delle strade esistenti, e per alcuni tratti la realizzazione di nuovi percorsi che, tra l’altro comporta l’attraversamento di torrenti e/o compluvi. A questo proposito, come riportato nella stessa relazione generale, si rileva che relativamente agli interventi in progetto alcune opere previste nella porzione meridionale dell’impianto ricadono all’interno di aree sottoposte a vincolo idrogeologico.Un forte impatto sul territorio si avrà con l’adeguamento o la creazione della viabilità. La rete stradale complessiva di impianto, al netto dei percorsi sulle strade principali e secondarie esistenti, per l’accesso al sito del parco eolico, estende per circa 8 chilometri, con percorsi di nuova realizzazione per l’47,6% della lunghezza complessiva (ca.3.810m) e tracciati in adeguamento/adattamento della viabilità esistente in misura del 52,4% (ca. 4.195m). Le strade, che avranno una larghezza di almeno 5 per consentire sopportare il passaggio dei pesanti (120 -145 T, 2 kg/cm²). autocarri che trasporteranno le gigantesche strutture che comporranno gli aerogeneratori con pale lunghe 80 metriche verranno montate nelle piazzole da enormi gru.

Vi è da rilevare inoltre la difficoltà nello spegnimento degli incendi. Nel 2021 il Montiferru fu attraversato da un enorme incendio, i mezzi aerei operarono con difficoltà a causa della conformazione orografica. L’enorme numero di pale eoliche ( oltre un centinaio richieste in vari progetti) che superano i 200 metri di altezza, renderebbero ancor più difficile, se non impossibile, l’operatività degli aerei ed elicotteri, mettendo a rischio l’incolumità dei piloti, in quanto l’altezza ideale per effettuare i lanci è di 50 metri dal suolo.Per quanto riguarda l’avifauna il complesso delle pale è inserito su una via migratoria interna meno rilevante di quella costiera ma comunque di grande importanza come si evince dalle carte delle migrazioni. Gli uccelli più colpiti sembrano essere i rapaci, anche se tutti gli uccelli di grandi dimensioni, quali i rapaci, ciconiformi, ardeidi, sono potenzialmente a rischio d’impatto con gli aerogeneratori.Nella relazione faunistica allegata al progetto non viene segnalato il Grifone. Per la salvaguardia di questa specie è stato realizzato il Progetto Life (LIFE14 NAT/IT/000484), recentemente concluso, dell’Università di Sassari Facoltà di Veterinaria, Agenzia Forestas, Regione Sardegna e Comune di Bosa. Grazie a questo Progetto, con la liberazione di Grifoni importati dalla Spagna e l’istituzione di Carnai aziendali, è stato possibile che la popolazione di questi avvoltoi aumentasse notevolmente con una popolazione stimata di 338 individui. Il Grifone ha una vista molto acuta ma nella visione binoculare presenta un’area relativamente piccola che rappresenta una zona di “punto cieco”, effettivamente senza vista, nella direzione di viaggio e, pertanto la rende vulnerabile alla collisione con oggetti come turbine eoliche, che si intromettono in uno spazio aereo.
Il Montiferru rappresenta un’area di foraggiamento di questa specie e, come dimostrato dai tracciati dei GPS impiantati su una parte degli esemplari liberati, è sulla rotta dei Grifoni delle colonie di Punta Cristallo ( Alghero) e di Bosa. Muovendosi generalmente in gruppo, sono particolarmente a rischio di impatto con le pale eoliche che, pertanto, rappresentano un costante pericolo. Ciò avverrà più frequentemente in seguito alla liberazione dei Grifoni nell’ambito del progetto il Progetto LIFE “Safe for vultures” LIFE19 NAT/IT/000732, finanziato nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020), che ha l’obiettivo di assicurare la sopravvivenza a lungo termine della popolazione di Grifone in Sardegna, espandendo il suo areale di distribuzione, aumentandone la capacità portante e prevenendo le principali minacce come l’avvelenamento e l’interazione con le infrastrutture energetiche. E’ difficile comporre una lista di specie rinvenute uccise sotto le pale eoliche: vi sono tutti gli uccelli d’Europa, con una presenza più abbondante di rapaci diurni (avvoltoi, aquile, nibbi, falchetti), ma anche pipistrelli, rondini e rondoni.
In Germania in una tabella pubblicata dal Ministero dell’ambiente sugli esemplari rinvenuti morti sotto le turbine figurano al primo posto il nibbio reale, seguito da poiana, aquila di mare, gheppio, gabbiano comune, allodola e rondone, la maggior parte di queste specie, esclusa l’Aquila di mare, sono presenti in Sardegna.In Sardegna inoltre è in corso di attuazione il Progetto Life ‘Aquila a-Life’ Coordinato da GREFA, una ONG spagnola, con ISPRA e Agenzia FoReSTAS, Parco di Tepilora, sono state liberate 32 Aquile di Bonelli, e che le ultime sono state rilasciate in territorio di Montresta, non lontano dal Montiferru. Per le caratteristiche del volo l’Aquila di Bonelli è particolarmente a rischio di impatto con pale eoliche e linee elettriche. Altre vittime delle pale eoliche sono i pipistrelli: un’ipotesi che potrebbe spiegare almeno parte della mortalità dei chirotteri nei pressi delle turbine eoliche riguarda la possibilità che gli animali seguano le migrazioni notturne di alcuni insetti (peraltro attirati dalle luci di segnalazione delle pale) a quote molto elevate dal suolo, e vengano così colpiti dai rotori durante la caccia, che svolgono con le stesse modalità anche in periodo migratorio. Purtroppo il rilevamento dei cadaveri dei pipistrelli ma anche di uccelli piccoli e grandi, dato essenziale per il monitoraggio è estremamente difficile in quanto in breve tempo si decompongono e/o vengono immediatamente predati da volpi, cani , cinghiali ecc. Per questo motivo i dati presentati sulla mortalità da pale sono inaffidabili.
Per quanto sopra esposto il Coordinamento regionale della Lipu chiede: che la Commissione V.I.A. formuli un GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE per il progetto per la costruzione ed esercizio dell’impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile di tipo eolico, denominato “Impianto eolico nei Comuni di Seneghe e Narbolia – Potenza massima in immissione di 75 MW comprensiva di sistema di accumulo integrato da 15,60 MW” costituito da n. 9 aerogeneratori nei Comuni di Seneghe (OR) e Narbolia (OR), con altezza al mozzo fino a 125 m e diametro del rotore fino a 170 m, di potenza unitaria nominale fino a 6,6 MW, con potenza nominale complessiva massima di 59,4 MW presentato dalla Società Sorgenia Renewables S.r.l. con sede legale in Milano (MI) – 20148, Via Algardi, N°4”