L’ingrato compito del Sindaco di Oristano. Nuotare in un mondo di squali
Massimiliano Sanna è una brava persona. Se sia anche un bravo Sindaco, non è dato sapere, perché, come lui stesso ha confidato agli amici stretti, “da quando mi sono insediato, non ho passato un fine settimana sereno”. Sacrosanta verità, che rende impossibile un giudizio netto sul primo anno di giunta Sanna. L’agire amministrativo è passato sempre in secondo piano dietro alle beghe politiche. Dal primissimo giorno, quello dell’insediamento, ha dovuto fare i conti con i musi lunghi e l’arroganza di chi voleva una fetta della torta a tutti i costi.
Oggi siamo punto e a capo. La torta la vogliono tutti: chi era nei posti del governo vuole rimanere, chi non c’era vuole un posto al sole. Mediare appare impossibile, in questo mondo dove la politica passa sempre in secondo piano. Come la città e i cittadini. Sarà banale dirlo, ma è proprio così. E allora, nel suo piccolo, il Sindaco ha offerto, nelle ultime due sedute di consiglio comunale, uno spaccato di buon governo. Nel pieno di una crisi che psicologicamente è difficilissima da gestire, ha portato a casa due risultati per la città: ha sbloccato gli usi civici che gravavano su 300 case di Torregrande e ieri ha approvato il bilancio consuntivo, insieme ad alcune variazioni di bilancio, che sbloccano risorse importanti per raggiungere alcuni obiettivi.
Per questo motivo, ieri non ha voluto che in consiglio comunale si parlasse della crisi in atto, come era stato deciso dai capigruppo. Farlo all’inizio della seduta, avrebbe esasperato gli animi e il consuntivo sarebbe potuto finire a carte all’aria. Farlo in coda, non gli avrebbe consentito di gestire più o meno serenamente la fase che lo attende da oggi: la risoluzione della crisi.
Già. Come si risolve la crisi? Innanzitutto, senza farsi tirare per la giacchetta. Più facile da dire che da farsi. Ma occorre che il Sindaco si senta libero, se domani vuole iniziare ad amministrare scevro da condizionamenti. Ascoltare chi fa politica e non chi insegue un interesse personale. E poi, anche questo sembrerebbe superfluo dirlo, seguire un faro: quello dell’onestà. Onestà intellettuale e nell’agire politico. Da qui bisogna ripartire, se si vuole bene ad Oristano. La base è buona: al timone, c’è una brava persona. Coraggio