Terreni di Torregrande venduti al nipote dell’assessore? Dura replica di Cuccu

In merito all’interrogazione presentata da cinque consiglieri di minoranza ad Oristano, primo firmatario Francesco Federico, relativa alle alienazioni di terreni comunali e alla riconducibilità degli acquirenti a parenti dell’assessore Ivano Cuccu, lo stesso risponde e precisa che (riportiamo il testo integrale):

Assenza di violazioni normative. La legge prevede il divieto di alienazioni di beni pubblici per le figure previste dall’art. 1471del codice civile, rubricato “Divieti speciali di comprare”. Il quale, espressamente, stabilisce che: «non possono essere compratori nemmeno all’asta pubblica, né direttamente né per interposta persona: 1) gli amministratori dei beni dello Stato, dei comuni, delle province o degli altri enti pubblici, rispetto ai beni affidati alla loro cura; 2) gli ufficiali pubblici, rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero; 3) coloro che per legge o per atto della pubblica autorità amministrano beni altrui, rispetto ai beni medesimi; 4) i mandatari, rispetto ai beni che sono stati incaricati di vendere, salvo il disposto dell’articolo 1395 c.c. Nei primi due casi l’acquisto è nullo; negli altri è annullabile.».

È evidente che tra le figure per le quali è previsto il divieto di alienazione non risultano essere previsti i parenti degli amministratori e ancora più nelle specifico persone giuridiche, ovvero società, il cui rappresentante legale pro tempore, risulta essere un parente di un amministratore. Pertanto, non vi è alcun impedimento giuridico nella vendita di terreni a persone, in questo caso persone giuridiche, riconducibili, in quanto rappresentanti legali, a parenti di amministratori, purché la procedura rispetti la normativa vigente. La procedura, avviata con Determinazione del Dirigente del Settore programmazione e gestione delle risorse Servizio Patrimonio del Comune di Oristano, n. 652 del 18/06/2024, è stata portata avanti correttamente e perfettamente in linea con la specifica normativa in materia di aste pubbliche. Infatti, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 74 del 28.11.2023 è stato approvato, quale allegato del DUP, il Piano per le alienazioni e valorizzazioni per l’anno 2024. Tra i beni costituenti il predetto piano risultavano presenti alcuni immobili ricadenti nella borgata marina di Torregrande e specificatamente individuati nelle schede n. 51, 52 e 53.

L’ufficio patrimonio, inoltre, in modo assolutamente corretto e a totale vantaggio del Comune di Oristano, e pertanto di tutta la comunità, ha aggiornato il valore, originariamente indicato nel piano per le alienazioni e valorizzazioni, al corrente valore di mercato, il quale risultava superiore a quanto originariamente previsto. Per quanto sopra, l’ufficio patrimonio ha provveduto alla messa in vendita dei terreni mediante asta pubblica, da tenersi ai sensi dell’art. 73 lett. C e sulla base delle procedure di cui all’art. 76, comma 2 del R.D. 23.05.1924 n. 827, e cioè con il metodo dell’offerta al massimo rialzo da confrontarsi con il prezzo base.Alla procedura è stata data massima pubblicità.

Conflitto di interessi. Determinato che la procedura di vendita è stata eseguita nel pieno e totale rispetto delle norme e risulta, pertanto, essere assolutamente legittima. Parimenti, non risultano sussistere conflitti di interesse di cui all’art. 78 del Testo Unico degli Enti Locali, rubricato doveri e condizione giuridica, Espressamente i primi due commi recitano: «1. Il comportamento degli amministratori, nell’esercizio delle proprie funzioni, deve essere improntato all’imparzialità e al principio di buona amministrazione, nel pieno rispetto della distinzione tra le funzioni, competenze e responsabilità degli amministratori e quelle proprie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni. 2. Gli amministratori, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado» La procedura amministrativa di alienazione, che rammento, essere stata avviata con determinazione dirigenziale, costituisce un mero atto di gestione amministrativa. A beneficio dei consiglieri meno esperti, con specifico riferimento a coloro che hanno presentato l’interrogazione, voglio ricordare che esiste la separazione tra la funzione di indirizzo politico e l’attività di gestione amministrativa. L’obiettivo di tale separazione, che discende direttamente dall’art. 97 della Costituzione, è quello di garantire l’applicazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa. Le funzioni politiche riguardano la formulazione delle politiche pubbliche, come ad esempio la definizione delle direttive generali dell’Ente. Per quanto qui di interesse, la direttiva generale all’ente, quale atto puramente politico, è stata impartita mediante l’approvazione in Consiglio Comunale della delibera n. 74 del 28.11.2023, contenente il Piano per le alienazioni e valorizzazioni per l’anno 2024, che ha individuato le aree disponibili per la cessione. D’altra parte, le funzioni amministrative si riferiscono agli strumenti attuativi di tali politiche e nella procedura de quo sono concretizzate dalla determinazione dirigenziale n. 652 del 18/06/2024. Che nel suo esito finale ha poi provveduto ad assegnare le aree sulla base della procedura già descritta. Concludendo, per quanto illustrato fino ad ora, appare evidente e chiaro che gli amministratori, in quanto organi politici, che questi sia l’assessore Cuccu o che sia qualsiasi altro assessore, non hanno nessun ruolo e non possono avere alcuna influenza su ciò che avviene nella fase di pura gestione amministrativa. Chi vuole far credere il contrario si dimostra ignorante, nel puro senso etimologico del termine, ovvero di colui o colei che non ha la conoscenza di determinati meccanismi o situazioni, su come funziona la predetta separazione tra la funzione di indirizzo politico e l’attività di gestione amministrativa. Le polemiche e i dubbi sollevati a mezzo stampa e via social da alcuni consiglieri di minoranza sono finalizzate esclusivamente ad inasprire gli animi e creare facili proteste dai cosi detti “leoni da testiera” in una pura ottica populista e non volta ad una democrati ca opposizione costruttiva. L’unico effetto di tali polemiche è quello palesare l’inesperienza e ‘incompetenza di alcuni componenti della minoranza di questo Consiglio. Una analisi più lungimirante della questione avrebbe sicuramente portato a vedere che l’operazione di vendita portata a termine ha pemesso di incassare al Comune di Oristano la complessiva somma di 869.294 euro. Somme che potranno essere utilizzate a beneficio della collettività e ottenute tramite una procedura che è stata svolta nel più rigoroso rispetto della legge, tanto dagli organi politici quanto da quelli amministrativi. Conseguentemente laggiudicazione dei terrenti da parte di una società il cui amministratore pro tempore, risulta essere il nipote dell’assessore costituisce semplicemente un fatto. Privo di ogni rilievo tanto a livello legale, quanto amministrativo e di conflitto di interessi e di opportunità. E un mero fatto, di cui nessuno poteva avere conosceva se non dopo l’apertura delle buste. E’ un fatto che ha contribuito a far entrare nelle casse del comune delle somme grazie alla vendita di un terreno ad una cifra anche superiore (asta pubblica con offerta al massimo rialzo) a quella di mercato. Il Comune di Oristano non ha concesso un contributo, non ha affidato un appalto o un servizio ad un parente di un assesSore, ma ha venduto, seguendo le procedure previste dalla legge, un’area che, si ripete, ha permesso di incassare delle somme che potranno essere usate a beneficio di tutti. Ho letto gli articoli sui giornali e i post sui social in merito a questi fatti. Mi dispiace che per giustificare la totale assenza di idee la minoranza utilizzi questi sistemi poco eleganti e sopratutto di bassa cultura politica. In ogni caso ho posto al vaglio del mio avvocato di fiducia ogni valutazione volta alla tutela della mia immagine personale e valuteremo anche l’opportunità di tutelare l’immagine e la credibilità del nostro ente pubblico.

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