Stagni dell’oristanese in emergenza. La Provincia sollecita interventi urgenti alla Regione

L’assenza del ricambio dell’acqua nei compendi ittici costituisce una emergenza che inevitabilmente, con l’innalzamento delle temperature, porterà gravi danni ambientali e al settore produttivo della pesca. E’ questo, in sintesi, il risultato di un monitoraggio effettuato, nei giorni scorsi, dai tecnici della Provincia negli stagni del territorio. “A seguito degli incontri con le organizzazioni di categoria del settore pesca e delle interlocuzioni continue avute con i pescatori – dichiara l’Amministratore Straordinario della Provincia Battista Ghisu -, ho ritenuto opportuno, insieme al dirigente del settore ambiente, disporre una indagine a tutto campo nei compendi ittici dell’oristanese così da comprendere cosa stia accadendo e quali siano i veri problemi”.

Con l’ausilio dei droni, i tecnici hanno monitorato lo stato degli stagni, con sopralluoghi effettuati dal 18 al 28 febbraio in collaborazione con i pescatori delle lagune e anche su segnalazione delle associazioni di categoria del settore pesca, riscontrando diverse gravi criticità. Dai rilevamenti a Corru s’Ittiri e Corru Mannu, agro del Comune di Arborea, dove è esercitata anche un’importante attività di mitilicoltura, risulta come la bocca a mare posta a nord sia quasi totalmente interrata a causa della presenza di sedimenti sabbiosi e cospicui depositi di foglie di Poseidonia oceanica.

Corru s’Ittiri

I tecnici hanno verificato che nel canale la profondità della colonna d’acqua non supera i 10 cm. Un primo chiaro segnale di sofferenza dell’ecosistema, determinato da una inadeguata ossigenazione dello stesso, è stato riscontrato a sud est dello stagno di Corru S’Ittiri.

Problemi sono stati riscontrati anche nello stagno di Cabras: la presenza delle Mercerella Enigmatica, sia all’interno dello stagno che nei canali di collegamento a mare, causa fenomeni di ostruzione e di interrimento che pregiudica il normale ricambio idrico. Come a Corru s’Ittiri e Corru Mannu, con l’innalzamento delle temperature sarà inevitabile la conseguente moria di pesci. Fenomeni di interrimento e la presenza di Mercerella Enigmatica sono problematiche che affliggono anche S’Ena Arrubia, dove lo scorso anno si verificò una grave moria di specie ittiche con notevoli danni per i gestori della laguna. I tecnici hanno rilevato interrimenti nel canale che alimenta lo stagno di Zrugu Trottu. A Is Benas, stagno in agro di San Vero Milis, rilevata criticità nel canale di collegamento a mare che, al momento del sopralluogo, presentava una batimetrica di appena 30-40 centimetri mentre in origine era di 150 centimetri. Questa situazione è determinata dal deposito nel canale di sabbia e foglie di poseidonia.

Stessi fenomeni riscontrati anche nello stagno di Santa Giusta, nei canali di collegamento con gli stagni di Pauli Majori e Pauli Figu, anch’essi in sofferenza a causa dell’assenza del normale ricambio idrico che compromette l’equilibrio di queste zone umide. “La situazione è davvero grave”, ha evidenziato l’Amministratore Battista Ghisu, che ha inviato alla Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, all’Assessora regionale alla Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, all’assessore regionale all’Agricoltura, Gian Franco Satta e al Presidente della V Commissione regionale sulle Attività produttive, Antonio Solinas, i risultati dei diversi monitoraggi accompagnati da una nota che sottolinea l’aggravamento di una situazione che, in breve tempo, potrebbe degenerare. Con altra nota l’Amministratore straordinario ha segnalato alla Regione anche i problemi causati dai Cormorani, con la richiesta che venga ridefinito il meccanismo di calcolo delle presenze. Le linee guida attuali, datate 2015, non consentono di determinare il numero reale dei cormorani, specie protetta da leggi comunitarie, aspetto che consentirebbe alla Regione Sardegna di rivendicare le giuste compensazioni da parte dell’Unione Europea. “Anche se non ha competenza per intervenire in suddette aree, la Provincia è disponibile a collaborare con la Regione per la risoluzione della problematica, ha concluso Battista Ghisu. E’ nostro dovere tutelare il sistema della pesca, un ambito produttivo che solo in provincia di Oristano conta circa 500 lavoratori”.

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